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l'ontano

CURIOSITÀ-USI

Il nome del genere alnus deriva dal celtico "al" e "han" che vuol dire vicino alle acque.
L'Ontano nero, come tutti gli ontani, è poco longevo ed è sfruttato per farne pali o come combustibile. Il legno nell'acqua indurisce e diventa resistente per cui trova impiego per palafitte e lavori idraulici.
L'ontano nero è piantato per consolidare pendici umide e franose.
E' utilizzato in falegnameria per lavori d'intaglio ed oggetti d'uso quotidiano.
La corteccia, ricca di tannini e sostanze amare può essere utilizzata, in decotto, per attenuare la febbre o per infiammazioni di pelle e mucose.

Decotto di Ontano Nero
Ingredienti:
40 g Ontano Nero (corteccia)
100 cl acqua

Preparazione
Bollire la corteccia nell'acqua per 15 minuti. Lasciare in infusione per altri 5 minuti. Utile per curare infiammazioni alla gola

Il legno dell'Ontano bianco, simile a quello dell'Ontano nero, ma più leggero trova modesto impiego, la corteccia ha proprietà tintorie.
L'ontano bianco è resistente al freddo e viene impiegato per rimboschire e consolidare pendici e ghiaioni franosi.

LEGGENDE

Secondo un antica leggenda nell'ontano viveva il male poiché, se tagliato, il suo legno si tinge di un colore arancio sanguigno come se stesse sanguinando; per questo motivo per lungo tempo fu considerato come la personificazione di uno spirito maligno.
Si pensa che nella Grecia arcaica l'ontano fosse personificato dall'eroe civilizzatore, semidivino, Foroneo, figlio del dio fluviale Inaco e di Melia.
Sarebbe stato il primo a riunire in comunità gli uomini, che in precedenza vivevano dispersi, fondando la città di Foronico che successivamente venne ribattezzata Argo.
Foroneo sarebbe stato il primo a scoprire anche l'uso del fuoco dopo che Prometeo l'ebbe sottratto agli dei. Foroneo era figlio di una divinità fluviale; e non a caso l'ontano cresce sulle rive dei fiumi. Sua madre Melia era la ninfa del frassino, l'albero che precedeva l'ontano nel calendario arboreo dei mesi. Lo si associò anche al fuoco perchè gli antichi fabbri e vasai preferivano usare le braci di ontano che sviluppavano più calore delle altre.
Il culto di quest'albero scomparve in Grecia in tempi antichissimi, ma una traccia rimane nell'Odissea, dove si racconta che intorno alla grotta di Calipso, "colei che nasconde gli uomini", cresceva un bosco rigoglioso di ontani, pioppi e cipressi, piante collegate alla morte-resurrezione. L'ontano è collegato alla resurrezione perché le sue gemme sono disposte a spirale.
Virgilio a sua volta narrava nella sesta Egloga che le sorelle di Fetonte furono mutate in ontani, allontanandosi dalla tradizione secondo la quale erano diventate pioppi.