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La narrazione - La storia dell'albero yuchan

Siete curiosi? Io credo che in fondo tutti lo siamo.
Quando vediamo cose strane prima o poi ci viene da chiedere
"perché?"
A me capita spesso, e inoltre voglio documentare tutto!
Perciò vado sempre in giro insieme alla mia macchina fotografica, fedele compagna di avventure, a dare la caccia alle cose strane che ci sono in natura…
... sopra gli alberi o sotto i sassi, su in montagna giù in pianura, a piedi o a cavallo… e se trovo qualcosa di particolare, certo, voglio sapere perché è cosi!
E parlando di cose strane… io sono argentina (non è che io sia la cosa strana… o forse si?), e siccome nel mio paese c’è tanto di natura, anche vicino alle città, ci sono tante cose strane e belle da vedere e documentare!.
Anni fa, quando ero ancora all’università, ho trovato, in campagna, dei bei grossi alberi, ma un po’ particolari… sembravano molto vecchi, perché erano molto alti, con una chioma strepitosa, piena di fiori bianchi.
Ma è stato il loro tronco ad attirare la mia atenzione…era… come dire… gonfio! Sembrava proprio che avessero bevuto tutta l’acqua della pioggia… e ce l’avesse ancora nella “pancia”, e poi la corteccia era piuttosto liscia, grigia ma tutta piena di spine nere grandi come una noce, e molto appuntite. Ho fatto le foto di rigore… ma volevo sapere il nome di quest’albero e il perchè di questo tronco così… spinoso e gonfio!.
Allora sono andata a trovare una mia amica scienziata all’Università, una scienziata un pò particolare lei… sempre tra le piante e gli insetti, una di quelle persone che non ha mai gli occhiali nè i capelli al suo posto, tanto che a volte sembra di avere delle piante sulla testa… ma… forse ce le ha davvero! Lei arrivava sempre in classe con il suo camice bianco (più o meno), il cui taschino è sempre pieno di matite e … chi sa che altre cose!
E tirava fuori un quaderno che aveva le foglie tutte rotte e piene di scritte strane. Le sue lezioni erano le più belle perchè ci raccontava sempre storie strane sulle piante e sugli alberi che ci sono nella mia provincia.
Mi ha detto che questo albero si chiama “yuchan” (una parola aborigena) o “palo borracho”, cioè palo ubriaco, perché sembra che abbia bevuto tanto vino e sia rimasto con la “pancia” gonfia.
Ma mi ha detto anche che qualcuno le aveva raccontato un’altra storia…
Tanti anni fa in una grande pianura di quelle che ci sono nel mio paese, c’era un albero, molto alto con questa chioma grandissima e i suoi bei fiori bianchi, e sotto di lui c’era un grandissimo formicaio.
Un giorno si sentì un rumore fortissimo… le formiche si guardarono intorno e videro arrivare un animale immenso che non avevano mai visto prima!
Sembrava un orso… ma aveva il pelo molto lungo, di un bellissimo colore marrone scuro, con le zampe bianche e una coda lunga, così come il muso…
Ma un orso con la coda lunga???
E il muso lungo?
Erano così concentrate a cercar di capire che genere di animale fosse, che questo continuò ad avicinarsi.
Da vicino era ancora molto più bello!
Ma oltre al muso e la coda, aveva anche una lingua lunghissima… e certo cercò di catturare le formiche per mangiarle!
Caos!!!
Panico!!!
Allora era un orso, si, ma… formichiere!!!!
Tutte le formiche cominciarono a correre per cercare rifugio da qualche parte, ma il formichiere con quella lunga lingua raggiungeva tutti i nascondigli!!!
Alla fine scoprirono un piccolo buco nel tronco dell’albero e si nascosero tutte lì dentro… forse dentro l’albero il formichiere non ci sarebbe andato.
Così il tronco diventò molto largo, con questa forma un po' rotonda e una parte dei suoi rami, quelli che erano appena nati, si trasformarono in grandi e appuntite spine… per accertarsi che il formichiere non si avicinasse neanche.
Certo.. spaventato e anche sconcertato, il fomichiere andò via a cercare cibo da un’altra parte dove gli alberi fossero meno “aggressivi”.
Le formiche uscirono tranquile ma il tronco del yuchan rimase con quella forma molto particolare e le grandi spine.
Questa storia mi sembrava simpatica, ma volevo certo sapere (ancora…) chi gliela aveva raccontato!
La scienziata mi disse che un giorno le arrivò una cartolina di un posto chiamato “Dragones”, nella sua provincia di Salta (in Argentina).
La inviava un tale Brughillo, e le diceva che lui era uno di quelli che non poteva stare fermo molto tempo, gli piaceva viaggiare (soprattutto dentro ai taschini) ed era stato nei posti più belli del suo paese (e anche del mondo).
Così conosceva la storia di tutti gli alberi, ma non aveva trovato mai nessuno a cui interessassero queste storie, perché adesso è più facile e divertente guardare su internet che ascoltare qualcuno che te le racconti…
Ma Brughillo aveva capito che la mia amica aveva un gruppo di studenti molto curiosi, appassionati degli alberi e delle storie, e aveva pensato di raccontare loro attraverso la loro professoressa, tutto quello che aveva imparato nei sui viaggi, se lei era d’accordo.
E certo che lo era. Brughillo non si fece mai vedere, ma tutti i mesi alla mia amica arriva una cartolina con un bel timbro tondo in cui compaiono un paio di occhi molto grandi e le antenne di qualcosa che sembra un insetto.
E c’è sempre scritta una storia di un albero o una pianta da qualche parte del mondo…
Lei la mette dentro al suo quaderno e ogni tanto ce le racconta.