1c - scuola secondaria di I° grado "Franceschi" - Milano 20 ottobre 2006

Ciao a tutti! Ci incontriamo all'ingresso di via Suzzani. Oggi è una giornata nuvolosa, non si capisce se piova o se sia umidità.

Ci incamminiamo e voi venite con me, Alessandra.

Ci fermiamo nei pressi della prima tappa e ci presentiamo: scopro che quasi tutti siete già stati qui.

Vi racconto di come sia nato il Parco, e di come tutto ciò he vedete sia frutto di un lavoro di trasformazione del territorio da parte dell'uomo.

Anche gli stagni sono artificiali. Come saranno stati costruiti? Una buca, un fondo impermeabile...l'argilla!

Lo sapete bene, perché in classe avete parlato di un altro stagno, quello del Ganna, che presto visiterete. A differenza di uno stagno naturale, qui anche gli alberi e le piante acquatiche sono state messe dall'uomo. Non gli animali, che sono arrivati da soli.

Quali saranno? Anatre, gallinelle d'acqua, aironi, rane, rospi, insetti.

Mentre parliamo avvistiamo alcuni topi scorrazzano liberamente nel prato: sono animali cittadini, non acquatici anche se sanno nuotare, e vengono attirati dal cibo che qualcuno lascia alle anatre, anche se è vietato!

Ci avviciniamo per osservare lo stagno: gli animali e le piante.

Sono rimaste alcune foglie di ninfea, mentre vi accorgete che davanti a voi alcune piante acquatiche sono state tagliate: fa parte del lavoro dell'uomo che pulisce lo stagno dalle piante secche, evitando che i resti lo riempiano anno dopo anno.

Nell'acqua ci sono esci, e il laghetto è attraversato da due germani maschi e da alcune gallinelle d'acqua.

Proseguiamo passando da un ponticello sopra un canale: è il canale che alimenta lo stagno, e grazie al quale non si abbassa mai di livello.

Nel canale qualcuno vede una tartaruga! Strano non sia già in letargo, che sia stata abbandonata da poco?

Tartarughe e pesci, introdotti dall'uomo, sono molto dannosi per l'ecosistema stagno perché mangiano sia uova di rane e rospi che girini che larve di insetti. Inoltre per le tartarughe questo non è l'ambiente giusto, e spesso, non abituate ad andare in letargo, muoiono durante l'inverno.

Giriamo intorno al laghetto passando da un avventuroso sentiero tra gli alberi: ci bagnamo un po' ma è molto divertente.

Intorno allo stagno scopriamo alberi con le radici completamente immerse nell'acqua: sono gli ontani, che amano l'acqua!

Troviamo la fine dello stagno: da un canale d'uscita l'acqua scorre via lentamente. Un altro topo corre via, l'abbiamo disturbato.

Le caratteristiche di questo stagno sono quindi:

- è stato scavato sall'uomo

- ha un livello d'acqua costante

- le piante sono state introdotte dall'uomo

- viene pulito dai resti vegetali

Scaliamo la montagnetta e arriviamo nel punto più alto del Parco.

Qui si trovano il monumento ai caduti e delle lapidi in memoria di chi morì nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.

La montagnetta è sorta sui residui delle lavorazioni delle fabbriche Falck e Breda. In queste fabbriche, in forni caldissimi, veniva fuso il ferro: gli scarti di quelle lavorazioni sono ancora sotto i nostri piedi: pezzetti scuri, spesso porosi e brillanti. Chi riesce a trovarli?

Quando tutti hanno trovato il loro tesoro, possiamo fare merenda: ci ripariamo sotto il teatrino.

Dopo questa pausa ci spostiamo nuovamente sulla montagnetta.

Divisi in gruppetti da tre, ognuno ha il compito di realizzare un frottage cioè un calco, della corteccia di un albero.

Qualcuno riesce anche a trovare sotto il suo albero il suo frutto e la sua foglia: è un platano!

Gli altri hanno scelto bagolari e aceri.

Quanto il calco è stato fatto, ogni gruppetto cerca nel suo disegno delle lettere.

Le condividiamo e tutti le scrivono: con queste lettere ogni terzetto cerca di costruire una frase o un messaggio.

Alla fine ecco le frasi trovate:

- vita e piante per sempre

- aiuta i platani del mondo per tutti

- venite nel prato, il super dono vi verrà dato, se volete sapere dov'è, venite da me

- un mondo verde è vita

- un uomo visita lo stagno del parco nord

- la natura con monti e colline

Un ottimo lavoro!

E' quasi ora di andare. Vorreste vedere l'airone, proviamo a fare capolini doce si trovano i laghetti nuovi, ma riusciamo a vedere solo un piccolo rospetto che nuota e a raccogliere qualche tifa tagliata.

E' ora di raggiungere i compagni dell'altra classe: arrivederci!