1b - scuola secondaria di 1° "Franceschi"- Milano - 24 settembre 2008

Ciao a tutti! Ci incotriamo all'ingresso del Parco di via Suzzani, e ci incamminiamo alla scoperta del Parco Nord!

Prima di tutto ci presentiamo, e scopro che tutti conoscete il Parco e che alcuni di voi sono già venuti qui mentre frequentavano le elementari, mentre altri vengono abitualmente durante il fine settimana con i genitori, per pattinare o andare in bici.

E' proprio un Parco creato pensando ai cittadini, grandi e piccoli: vi racconto la sua storia, lunga trent'anni.

Insieme proviamo ad immaginare come si possa essere trasformata una zona in parte industriale, in parte agricola, nell'area verde di oggi. Tracce del passato le vediamo anche oggi, per esempio il teatrino alle nostre spalle.

Ma tutto il resto è frutto di un attento e meticoloso lavoro dell'uomo, che ha pulito, seminato, piantumato.

Anche il laghetto è stato creato dall'uomo.

Come si crea uno stagno? si scava, si riveste con uno strato impermeabile di argilla, lo si riempie d'acqua... si piantano alberi adatti intorno, si inseriscono le piante acquatiche.

La storia del laghetto vecchio è questa: poi si aspettò, per vedere che animali sarebbero arrivati. In questi anni lo stagno ha attirato germani, gallinelle d'acqua, che vediamo razzolare nel prato, aironi, qualcuno ipotizza rane e rospi, tartarughe, pesci.

Proviamo insieme a scoprire come degli animali come pesci (che non possono uscire dall'acqua) e tartarughe (originarie dell'America, e che qui si comprano nei negozi) possano essere finite qui: "grazie" all'uomo che li ha liberati, magari pensando di restituire a questi animali la libertà, o magari solo perchè si era stancato di loro, ma che non ha fatto sicuramente il bene dello stagno (sono entrambi carnivori voraci, che divorano larve di insetti, uova e girini di rane e rospi) né il loro bene (molte tartarughe d'inverno muoiono perché non sono abituate ai nostri climi).

Dopo tanto parlare ci avviciniamo allo stagno, per scoprirlo ed osservarlo.

Lo percorriamo per tutto il suo perimetro, attraversando cespugli intricatissimi ...

Scopriamo:
- che l'acqua non è stagnante, ma che entra tramite un canale e fuoriesce dalla parte opposta, in questo modo non si prosciuga ne tracima mai
- che ci sono alberi le cui radici sono immerse nell'acqua, come gli ontani e i salici
- che i pesci ci sono, ma oggi, per il freddo autunnale, stanno nel mezzo dello stagno dove l'acqua è più calda, e si vedono saltare
- che i germani maschi, che vediamo, hanno la testa verde e il corpo di colori sgargianti, perché non devono mimetizzarsi come la femmina che deve covare le uova
- che nello stagno crescono le ninfee, di cui però vediamo solo le foglie
- che non ci sono tartarughe, anche se dubito si siano già interrate per il letargo, magari sono solo nascoste ed infreddolite

Fatta merenda al teatrino decidiamo di...scalare la montagnetta!

In cima un monumento e una serie di lapidi ci indicano che qui si ricordano i caduti della seconda guerra mondiale.

La montagnetta è anch'essa frutto del lavoro umano. Qui sotto ci sono tutti gli scarti delle lavorazioni degli alto forni della Breda: ricoperti da terra e con le giuste piantumazioni - oggi la montagnetta sembra tutto fuorché una montagna di scarti.

E' anche il luogo più alto del Parco, e da qui si può ammirare un bellissimo panorama.

Vi sfido a trovare, lungo un sentierino in discesa dove l'erba non c'è, i resti di ferro fuso scarto delle lavorazioni degli altiforni: sono neri, alcuni un po' a bolle, simili alla pietra pomice, che si forma dal magma dei vulcani. Il concetto è lo stesso, metallo fuso ad altissime temperature.

La ricerca inizia!

Il trucco sta nel non avere fretta, e nel abbassarsi a cercare!

Alla fine tutti hanno almeno un piccolo reperto che sembra valere come un tesoro.

E' il momento di scoprire un altro luogo del parco, e ci spostiamo, oltrepassando il ponte, e fermandoci nei pressi di un'altra traccia storica: gli ex binari Breda.

Ci fermiamo in quello che vi sembra "il bosco grande".

Anche il bosco ha la sua storia, anche lui è "costruito dall'uomo", che lo piantumò secondo filari regolari, di cui appena si intravedonono i disegni: perché il bosco non è solo cresciuto, ma si è anche trasformato, alcuni alberi sono morti, altri sono cresciuti spontaneamente: gli interventi dell'uomo sono sempre meno, ed il bosco è sempre più disordinato, e quindi simile ad un bosco naturale.

In una radura proviamo, divisi in squadre, ad esplorarlo con un gioco: trovare una foglia di due colori, qualcosa di rosso, una piuma, un seme, qualcosa che assomigli ad un animale.

Ce la fate tutti!

Come ultima attività, che ci permetterà di conoscere da vicino gli alberi e di giocare con loro, ognuno, munito di carte e matita, ricalca la corteccia dell'albero che gli piace di più.

In questo disegno si devono cercare delle lettere nascoste, che vi diano una parola od una frase, messaggio dell'albero.

Alcune sono molto indicative:

"Posto amichevole"
"Vorrei un ramo"
"Nuovo stormo"
"Albero"
"Biga"

Il tempo a nostra disposizione è finito, e siete stati molto bravi: arrivederci, e buon anno scolastico!