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La prima uscita al Parco della 1a

I lavori delle scuole - Il bambino che trovò i colori

Una volta in una stanza un bambino si annoiava.
Le poltrone erano a fiori, ma gli sembrava in tinta unita,
il pelo dell'orsacchiotto era morbido, ma gli pareva ispido;
il giorno era cominciato da poco e lui aveva già fatto la sua colazione,
eppure era coem se fosse sera.

Anche fuori, nella strada, continuava ad annoiarsi.
E niente gli sembrava come doveva essere.
Il cielo era grande, ma così triste
che un uccello non avrebbe potuto volarci,
e dalla città, in basso, così piena di case e di finestre e di gente,
non veniva quasi un rumore,
come se tutti avessero deciso di starsene in un angolo a fare il muso.

Allora il bemabino decise di andare a vedere
se anche dietro le colline che chiudevano la pianura
si sarebbe annoiato;
e partì.

Cammina, cammina, un giorno si trovò davanti a un grande pesce
che, senz'acqua, nè alghe, nè conchiglie
se ne stava sdraiato tra i sassi.
Anche qui, dietro le colline e lontano,
le cose non erano come dovevano essere.

Il bambino ci pensò un po' su,
poi si avvicinò all'orecchio del pesce e gli disse una parola:

mare
Tutto allora cominciò a cambiare,
e mentre tutto cambiava,
il bambino sentì il pesce che rispondeva con una voce un po' roca:
blu.

Ora il pesce nuotava nel mare
e il mare era blu
e anche il cielo
e le foglie degli alberi:
il giorno assomigliava meno alla sera
e c'era una piccola allegria
nella luce che giocava sugli spruzzi d'acqua,
e sulle scaglie del pesce.
Il bambino guardava
e pensava che forse avrebbe potuto non annoiarsi più;
e si rimise a camminare.

Cammina, cammina, trovò una volpe
che senza foglie secche, nè cespugli, nè galline,
se ne stava malinconica tra le piccole onde di quel nuovo mare,
senza muoversi, nè dire niente.

Di nuovo il bambino si sentì triste
perchè sapeva che le volpi amano il bosco
per nascondersi e per correre: così si avvicinò e disse:

bosco.
Ed ecco che tutto cambiava
e mentre alberi e foglie spuntavano e si moltiplicavano da ogni parte,
la volpe, piena di gioai, gridava:
rosso!
che è il cuore del suo mantello
e delle foglie d'autunno.

Ora la volpe era rossa e felice...

... e dappertutto, il rosso si mescolava con il blu, creando il violetto:
sassi violetti,
foglie violette,
cespugli violetti.
Anche la luce era piena di riflessi
e prometteva altra gioia.

Il bambino ricominciò a camminare.
E, cammina, cammina, un giorno trovò un grande, grande, uccello,
che senza nuvole, nè vento, nè voli,
se ne stava seduto, appoggiato ad un muretto
e guardava zitto zitto davanti a sè.
"Perchè con le sue ali questo uccello non vola?"
Pensò il bambino.
"Perchè non se ne va a passeggiare nel cielo
e a farsi portare dal vento,
come fanno gli uccelli?"

Anche questa volta si avvicinò e disse all'uccello questa parola:
cielo.

E mentre glielo diceva
sentì l'altro rispondere con voce sottile dalla punta del becco:
giallo
che è il colore della luce del sole che sta nel cielo.

L'uccello allora spiegò le sua grandi ali e volò,
e mentre volava sempre più in alto
il giallo si aggiungeva alla luce del giorno
e dove trovava il rosso faceva l'arancione...

... dove trovava il blu faceva il verde.
più tenero e più scuro
nelle foglie degli alberi,
nei cespugli,
nel fitto del bosco,
nei campi lontani.

Ogni cosa, dappertutto, aveva il suo colore
e sarebbe stato impossibile annoiarsi ancora.

Cecco Marinello

Ecco i disegni che illustrano la bellissima storia.
Clicca sulle piccole immagini per vederne l'ingrandimento.