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le classi del Comune di Milano

1e - Media Franceschi - 23 novembre 2004

Mi aspettate all'ingresso di via Suzzani.
State osservando il cartello con la Mappa del Parco e con le regole. Voi avete una mappa nel vostro quaderno su cui avete posto dei punti di domanda perché non sapete a cosa corrispondono certi disegni: oggi lo scopriremo.

Mi presento e vi presento il Parco e un po' della sua storia.
Vi immaginate che prima ci fossero fabbriche, e anche come si siano potuti creare prati e boschi: hanno dovuto abbattere e pulire, e poi mettere terra buona e piantare erba e alberi.

Il parco è stato creato perché i cittadini dei comuni intorno potessero fruire di un posto verde, bello, tranquillo, dove anche voi, mi dite, venite a correre o a passeggiare o con i roller.

Il teatrino è una sorpresa: una struttura industriale trasformata in qualcosa di bello!

Ci spostiamo verso lo stagno che vi presento come laghetto vecchio.

Anche qui proviamo a ricostruire come è stato creato: una buca, dell'argilla (e non cemento o plastica), delle piante. Gli animali? Venuti volando (insetti ma anche germani e gallinelle, che intanto ci passano davanti!), saltando (rane e rospi) e...ma i pesci come sono venuti?

Così riflettendo scoprite che pesci e tartarughe non sono venuti ma sono stati portati, e che questo ha causato uno squilibrio dell'ecosistema stagno, poiché pesci e tartarughe sono estremamente voraci di larve di insetti, uova di rana e girini.

Un giro intorno allo stagno ci mermette di osservarlo bene e di vedere che tipi di piante vi crescono.

Spostandoci verso il laghetto che chiameremo nuovo scaliamo la montagnetta: la prima cosa che vi colpisce è il monumento ai deportati nei campi di concentramento.

La montagnetta è un altro esempio di recupero e trasformazione del territorio: sorge infatti su una ex discarica delle scorie d'altoforno delle acciaierie Breda.

Vi invito ad una ricerca particolare: trovare resti fusi nell'altoforno lungo un sentiero su cui affiorano sassi: qualcuno ci riesce!

Proseguendo il nostro cammino attraversiamo una prato che soprannominiamo dei conigli (ci sono tante buche con tanti piccoli escrementi tondi) e finalmente arriviamo al nuovo stagno.

Ve lo lascio osservare per poi discutere con voi delle differenze con quello precedente e della sua storia.

Mi dite che è :

Vi racconto che è più giovane, e che le alghe fanno parte della sua evoluzione. non sono state messe piante, ma tutto ciò che vedete è arrivato da solo...con i semi.

Qui in primavera potete osservare insetti, larve di insetti, girini, rane che saltano al nostro arrivo: qui pesci e tartarughe sono veramente pochi.

Ci spostiamo ancora e attraversato il ponte scopriamo che un rettangolo grigio che sulle vostre mappe non capivate cos'era corrisponde ad una serie di magazzini del Gigante.

Fate merenda nella zona pic nic, sopra degli ex-binari!

L'ultima parte della mattinata la dedichiamo alla scoperta del bosco.

Scoprite che anche lui è "costruito", ed infatti in alcuni tratti si possono ancora individuare i filari lungo i quali erano stati piantumati gli alberi. Alberi molto giovani allora, e che oggi, passati 25 anni, costituiscono un vero e proprio bosco che è volontà del Parco far diventare sempre più "disordinato" e simile ad uno naturale: diverse altezze degli alberi, un sottobosco, alberi che nascono da soli.

Ogni zona del bosco è caratterizzata da un certo numero di specie, che, mi dite, si riconoscono dalla forma delle foglie.

Divisi in gruppi vi chiedo di raccogliere tutte le forme diverse, per risalire agli alberi che ci sono dove ci siamo fermati.

Trovate:

Forse non tutti questi alberi sono sopra le nostre teste, perche le foglie volano col vento, ma in ogni modo abbiamo un idea di cosa ci circonda.

Per ultima cosa vi chiedo di individuare la cosa più importante del bosco. Mi dite acqua, terreno, albero e seme.

Vi mettete d'accordo e decidete che la più importante è seme, che racchiude in se un albero e la forza di farlo nascere.

Così raccogliete un po' di semi di acero e di ghiande per provare a scuola a farli germogliare.

Ci salutiamo: arrivederci!