1d - scuola secondaria di 1° "Franceschi"- Milano - 30 settembre 2008
Ciao a tutti! Ci incotriamo all'ingresso del Parco di via Suzzani, e ci incamminiamo alla scoperta del Parco Nord!
Prima di tutto ci presentiamo, e scopro che tutti conoscete il Parco e che alcuni di voi sono già venuti qui mentre frequentavano le elementari, mentre altri vengono abitualmente durante il fine settimana con i genitori, per pattinare o andare in bici.
E' proprio un Parco creato pensando ai cittadini, grandi e piccoli: vi racconto la sua storia, lunga trent'anni.
Fingendo di essere voi degli esperti, provate ad immaginare come si possa essere trasformata una zona in parte industriale, in parte agricola, nell'area verde di oggi: pulire, seminare, piantumare. Con alcune tracce del passato trasformate, per esempio il teatrino alle nostre spalle.
Anche il laghetto è stato creato dall'uomo.
Come si crea uno stagno? si scava, si riveste con uno strato impermeabile di argilla, lo si riempie d'acqua... si piantano alberi adatti intorno, si inseriscono le piante acquatiche.
La storia del laghetto vecchio è questa: poi si aspettò, per vedere che animali sarebbero arrivati. In questi anni lo stagno ha attirato germani, gallinelle d'acqua, che vediamo razzolare nel prato, aironi, qualcuno ipotizza rane e rospi, tartarughe, pesci.
Proviamo insieme a scoprire come degli animali come pesci (che non possono uscire dall'acqua) e tartarughe (originarie dell'America, e che qui si comprano nei negozi) possano essere finite qui: "grazie" all'uomo che li ha liberati, magari pensando di restituire a questi animali la libertà, o magari solo perchè si era stancato di loro, ma che non ha fatto sicuramente il bene dello stagno (sono entrambi carnivori voraci, che divorano larve di insetti, uova e girini di rane e rospi) né il loro bene (molte tartarughe d'inverno muoiono perché non sono abituate ai nostri climi).
Dopo tanto parlare ci avviciniamo allo stagno, per scoprirlo ed osservarlo.
Lo percorriamo per tutto il suo perimetro, attraversando cespugli intricatissimi ...
Scopriamo:
- che i germani maschi, che vediamo, hanno la testa verde e il corpo
di colori sgargianti, perché non devono mimetizzarsi come la
femmina che deve covare le uova
- che l'acqua non è stagnante, ma che entra tramite un canale
e fuoriesce dalla parte opposta, in questo modo non si prosciuga ne
tracima mai
- che ci sono alberi le cui radici sono immerse nell'acqua, come gli
ontani e i salici
- che il mezzo dello stagno ci sono i pesci
- che nello stagno crescono le ninfee, di cui però vediamo
solo le foglie
- che non ci sono tartarughe, che con freddo probabilmente si stanno
interrando
Fatta una pausa ... rotolamenti al teatrino..
decidiamo di...scalare la montagnetta!
In cima, un monumento e una serie di lapidi ci indicano che qui si ricordano i caduti della seconda guerra mondiale.
La montagnetta è anch'essa frutto del lavoro umano. Qui sotto ci sono tutti gli scarti delle lavorazioni degli alto forni della Breda: ricoperti da terra e con le giuste piantumazioni - oggi la montagnetta sembra tutto fuorché una montagna di scarti.
E' anche il luogo più alto del Parco, e da qui nei giorni limpidi si vede il Monte Rosa! Ed è molto amato dai conigli, che qui vi scavano le loro tante: infatti qua e là troviamo i loro "gabinetti".
Vi sfido a trovare, lungo un sentierino in discesa dove l'erba non c'è, i resti di ferro fuso scarto delle lavorazioni degli altiforni: sono neri, alcuni un po' a bolle, simili alla pietra pomice, che si forma dal magma dei vulcani. Il concetto è lo stesso, metallo fuso ad altissime temperature.
La ricerca inizia!
La ricerca vi appassiona talmente che non vorreste sospendere per far merenda!
Subito dopo partiamo alla scoperta di un altro luogo del parco, e ci spostiamo, oltrepassando il ponte, attraversando gli ex binari Breda e arrivando al bosco grande.
Anche il bosco ha la sua storia, anche lui è "costruito dall'uomo", che lo piantumò secondo filari regolari, di cui appena si intravedonono i disegni: perché il bosco non è solo cresciuto, ma si è anche trasformato, alcuni alberi sono morti, altri sono cresciuti spontaneamente: gli interventi dell'uomo sono sempre meno, ed il bosco è sempre più disordinato, e quindi simile ad un bosco naturale.
Per conoscere da vicino gli alberi e giocare con loro, divisi in cinque squadre e muniti di carte e matita, ricalcate la corteccia dell'albero che gli piace di più.
In questo disegno si devono cercare delle lettere nascoste...
che vi diano una parola od una frase, messaggio dell'albero.
Tutti insieme poi scopriamo il messaggio del vostro albero:
"siamo forti"
"io amo la natura"
"flora e fauna"
"albero aiutali"
"parco"
Il tempo a nostra disposizione è finito, e siete stati molto bravi: arrivederci, e buon anno scolastico!