La betulla fino a pochissimo tempo fa ha avuto un ruolo
di primaria importanza tra gli sciamani siberiani, (stregoni), che durante
le fasi di trances riuscivano a penetrare nella celeste dimora degli
dei, da cui ottenevano la guarigione dei malati della loro tribù.
Tutte le popolazioni del nord Europa e della Russia veneravano la betulla
per i suoi benefici.
La sua corteccia, che si stacca facilmente è
stata usata per fabbricare carta.
Gli abitanti della Groenlandia, della Kamciatka e del resto della Siberia
se ne nutrivano in primavera allorchè è tenera e zuccherina;
quando diventava più dura ne facevano sandali intrecciati. Si
costruivano canoe; coprivano con la corteccia inspessita e nerastra
le capanne,, facevano corde e reti, per cui per questi popoli la betulla
era di vitale importanza.
La linfa raccolta in primavera è chiamata acqua
o sangue di betulla, veniva usata contro l'artrite.
A Roma, i fasci intorno alla fascia che i littori portavano
davanti ai magistrati dell'imperium (impero supremo) erano composti
da verghe di betulla. I fasci rappresentavano le punizioni che consoli
e pretori potevano infliggere. Anche se le verghe portate rappresentavano
solo una minaccia virtuale, portandole i littori purificavano l'aria
davanti ai magistrati. Quest'uso forse era stato introdotto a Roma dai
popoli nordici, i celti, perchè lo stesso Plinio precisa che
la betulla è un albero dei Galli. Oggi si sa con certezza che
nel Medioevo in Francia i ramoscelli di Betulla formavano lo scettro
dei maestri di scuola.
La betulla era la prima pianta del calendario degli
alberi celti. In alcune parti della Svezia i giovani alla vigilia del
1 maggio, escono con un mazzo di rami di betulla tagliati di fresco
e fanno il giro delle case con il violinista del villaggio come guida,
e cantano canzoni di maggio.
Il ritornello è una preghiera per invocare raccolti abbondanti
e benedizioni.