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Il tiglio

 

CURIOSITÀ-USI

Il nome deriva dal greco ptilon, cioè "ala", dalla brattea che accompagna il grappolo di capsule dei frutti e ne facilita la disseminazione ad opera del vento.
Il tiglio era considerato come sacro e raccoglieva all'ombra della sua chioma le riunioni importanti. Fin dai tempi dell'antica Roma il tiglio veniva piantato per l'abbondante ombra prodotta e per il profumo dolce dei suoi fiori.
Il tiglio è molto longevo: può raggiungere i 500 anni di vita. Sia per il suo sviluppo rapido che per la sua resistenza è usato come pianta ornamentale per parchi, giardini, viali e filari ed è adatto nei rimboschimenti.
Oltre a quello ornamentale, il tiglio ha altri usi: la corteccia era anticamente usata per produrre corde e stuoie. Il legno, bianco e tenero, viene utilizzato per sculture, per oggetti ornamentali, matite, mobili comuni e per modellismo; viene spesso intagliato e usato per fabbricare strumenti musicali. I fiori forniscono nettare alle api da miele e servono anche per preparare deliziose tisane, bevande e liquori.
Per favorire il sonno e sedare la tosse si prepara un infuso con una manciata di fiori, essiccati in un litro di acqua bollente e si lascia riposare per 10 minuti. Si consiglia di berne tre bicchieri al giorno.
Recentemente è stato scoperto che il tiglio (fiore e corteccia) ha la capacità di diminuire la viscosità del sangue e migliorare la circolazione.

LEGGENDE

Fin dall'antichità il tiglio ha sempre goduto di grande considerazione sia presso i popoli nordeuropei sia fra i Greci e i Romani. Il poeta latino Ovidio racconta la storia di una coppia di coniugi tanto poveri quanto generosi: Filemone e Bauci. Zeus, per premiare i due anziani, esaudì il loro desiderio: rimanere uniti anche dopo la morte. Fu così che Filemone e Bauci furono trasformati in quercia e in tiglio affinché potessero congiungersi con i loro rami.
Nella mitologia germanica il protagonista della Canzone dei Nibelunghi, Sigfrido, aveva ucciso il terribile drago Fafnir per bagnarsi nel suo sangue e divenire immortale. Ma mentre Sigfrido faceva questo bagno una foglia di tiglio cadde da un albero e andò a posarsi sulla sua schiena, rendendo quel punto del corpo vulnerabile. Questo si rivelò fatale per l'eroe.
Il tiglio è considerato simbolo di fecondità ed era considerato nume tutelare (protettore) delle fattorie.
Un mito greco racconta che la ninfa Filira, figlia di Oceano, viveva nell' isola del Ponto Eusino che porta il suo nome. Un giorno Crono si unì a lei ma, sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in uno stallone allontanandosi al galoppo. Quando Filira ebbe partorito si accorse che il neonato, Chirone, era un mostro mezzo uomo e mezzo cavallo. Ne provò una tale vergogna che chiese al padre di essere mutata nell'albero che da allora porta il suo nome. Il figlio divenne un celebre guaritore grazie al potere ereditato dalla madre trasformata nell'albero dalle tante virtù medicinali: le sue foglie infatti hanno proprietà sedative e leggermente ipnotiche, un rimedio ideale per nervosi e insonni.