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Teleparconord - il rilevamento ambientale
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1d Media Franceschi - Milano
20 ottobre 2005

Oggi piove ma non vi siete scoraggiati: infatti ci incontriamo muniti di ombrellini e cappelli e ci incamminiamo: siamo fortunati e dopo poco smette di piovere!

Così riusciamo a parlare meglio!

Tutti conoscete il Parco, ci venite a giocare, in bici, a passeggiare. E' un parco con tante zone per tutti, dice qualcuno: infatti è un Parco Metropolitano, di città, o meglio, circondato dalla città e una risorsa per chi vuole un po' di verde.

Nessuno sa che quest'anno il Parco compie trent'anni, né che prima qui c'erano fabbriche e campi.

Insieme ripercorriamo la sua storia, e quello che si è fatto per trasformare un territorio degradato in un posto così bello e verde: far crescere i prati, piantumare i boschi, trasfromare vecchie strutture, come il teatrino, crearne di nuove, come la monagnetta sorta sopra i rifiuti inerti accumulati.

Anche gli stagni sono stati creati, e qualcuno che è già stato qui con le elementari si ricorda che c'è voluta l'argilla per impermeabilizzare la buca, e anche che il laghetto è pieno di tartarughe e pesci che in realtà non sono di questo ambiente.

Infatti qui, una volta messe le piante giuste per lo stagno, si lasciò agli animali la libertà di colonizzarlo. E vennero anatre, rane, come giustamente vi immaginate, mentre tartarughe e pesci furono messi dall'uomo, e qui sono dei voraci predatori sia di larve di insetti che di uova e girini di anfibi, che infatti in questo laghetto non trovate!

Ci avviciniamo per esplorare meglio.

Osserviamo alcune piante acquatiche, anche se vi spiego che molte sono state tagliate e lo stagno è stato pulito, perché altrimenti pian piano si riempirebbe, mentre qui si vuole mantenerlo. E' per questo che anche l'acqua viene mantenuta più o meno ad un livello costante.

Riusciamo a vedere dei germani, sia maschi che femmine, delle gallinelle d'acqua, dei pesci tra cui una carpa.

Intorno al laghetto il bosco è fitto ma riusciamo ad attraversarlo abbassandoci e spostando rami: sembra una foresta!

Nessuna tartaruga, fa già troppo freddo per loro.

Dopo una pausa-merenda sotto il teatrino, con una bella corsa nel prato

scaliamo un tratto di montagnetta e arriviamo in uno dei punti più alti del Parco, peccato che oggi non si veda nulla!

Sulla montagnetta troviamo il monumento ai caduti nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.

Ridiscendendo ci incamminiamo verso un altro laghetto, più recente.

Qui vi accorgete delle differenze: più luce, niente bosco intorno, più piccolo, c'è una fontana in mezzo, ci sono tante alghe.

Le piante sono nate da sole, e qualcuno intuisce che i semi sono stati portati fin qui dallo stagno vecchio grazie al vento!

Questo stagno che oggi ci sembra disabitato a causa del freddo in realtà è il più ricco di insetti, larve di insetti, girini. Qui non ci sono pesci, e in primavera si vedono pochissime tartarughe. Se tornerete in primavera ve ne potrete accorgere!

Seguiamo il canale fino all'ultimo stagno, un po' più grande ma sempre privo di alberi.

Qui vedete bene le tife, un cui frutto vi lascio da portare in classe. Molte gallinelle nuotano e si nascondono tra il fitto delle canne appena ci avviciniamo.

Per voi è ora di andare.

Ci salutiamo al ponte: arrivederci!