Questa è la cronistoria delle attività sviluppate a scuola
dai bambini della materna Rodari. Ci sono anche - particolare molto
interessante - alcune considerazioni delle insegnanti.
13 Marzo
Chiamo i bambini e all'interno di un circle time comunico che ho ricevuto
un e.mail dal Parco Nord (si apre una piccola parentesi su che cosa
è una e.mail, una lettera un s.m.s.).
Leggo la richiesta (la settima) per (ricordo ai bambini) guadagnare
altri passi.
I bambini accolgono con interesse la proposta e in pochi minuti ho un
elenco soddisfacente di cose da contare.
Decidiamo di dividerci in coppie per contare e si formano a questo
punto (cosa molto interessante) delle coppie inconsuete.
Le coppie, una volta ricevuta la consegna su che cosa contare, raggiungono,
con molto entusiasmo, le loro postazioni.
Finito di contare ricevo i biglietti dove i bambini hanno annotato
le quantità delle cose che dovevano contare.
E' molto interessante notare come ognuno di loro ha trovato modi diversi
per segnare le quantità (pallini, disegni, numeri).
Ecco l'elenco delle cose che i bambini hanno contato:
- I bambini di tutta la scuola
- Le classi
- I libri della classe
- Gli scalini di tutta la scuola
- Le sedie di tuta la scuola
- Le finestre della classe
- Le porte della scuola
- Le lampade della scuola
- I braccialetti che hanno i bambini presenti oggi.
I risultati:
- I bambini di tutta la scuola sono 100
- Le classi sono 4
- I libri sono 90
- Gli scalini sono 92
- Le sedie sono
- Le finestre della classe sono 19
- Le porte della scuola sono 18
- Le lampade della scuola sono 82
- I braccialetti sono 9.
Aggiungo una piccola lista di cose che, a detta dei bambini, si possono
contare e una di cose che non si possono contare.
SI si possono contare:
I libri della classe, le sedie, i bambini, le finestre di una casa,
le case, quanto c'è freddo, gli anelli della catenella, le tende, i
pennarelli, quanti buchi ci sono per i topi, i numeri (lo dice Alice
ma Pasquale la corregge dicendo che i numeri non si possono contare
perché sono infiniti come lo spazio), i giochi, i vermi che ci sono
per terra al Parco Nord, i tavoli della classe.
NO non si possono contare:
le gocce della pioggia, i numeri, i capelli, l'erba, gli alberi di tutto
il mondo, lo spazio, i baci che ci ha dato la mamma da quando siamo
nati (perché non ce lo possiamo ricordare, dice Fabrizio, io me lo ricordo,
asserisce Stefano, me ne ha dati 13!), le magliette che ci sono in tutti
i negozi, le cassette che ci sono in classe.
Di volta in volta noi adulti non abbiamo né affermato né negato le
affermazioni dei bambini, per quanto sarà possibile proveremo a contare
le cose che hanno detto che si possono contare e non.
Andando a cercare storie che abbiano attinenza con i numeri abbiamo
ritrovato una favoletta di Rodari.
A INVENTARE I NUMERI
Inventiamo dei numeri? Inventiamoli, comincio
io.
Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro,
quasi cinque, quasi sei.
E' troppo poco.
Senti questi: uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni,
un meravigliardo e un meraviglione.
Io allora inventerò una tabellina:
tre per uno Trento e Belluno
tre per due bistecca di bue
tre per tre latte e caffè
tre per quattro cioccolato
tre per cinque malelingue
tre per sei patrizi e plebei
tre per sette torta a fette
tre per otto piselli e risotto
tre per nove scarpe nuove
tre per dieci pasta e ceci.
Quanto costa questa pasta? Due tirate d'orecchi.
Quanto c'è da qui a Milano? Mille chilometri nuovi, un chilometro
usato e sette cioccolatini.
Quanto pesa una lacrima? Secondo: la lacrima di un bambino che
è capriccioso pesa meno del vento, quella di un bimbo affamato
pesa più di tutta la tera.
Quanto è lunga questa favola? Troppo.
Allora inventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dico io,
alla maniera di Modena: unci dunci trinci, quara quarinci, miri
mirinci, un fan dès.
E io li dico alla maniera di Roma: unzi donzi trinzi, quale qualinzi,
mele melinzi, riffe raffe e dieci.
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9 aprile
Dobbiamo progettare l'albero da costruire al Parco Nord.
Alcuni giorni fa i bambini hanno deciso di farlo utilizzando cartone
e giornali.
Chiediamo ad ogni bambino di disegnare un albero tenendo presente che
questo albero al posto dei frutti avrà delle finestre apribili all'interno
delle quali ci saranno i personaggi di alcune storie che i bambini hanno
sentito dal primo giorno di scuola ad oggi.
Un albero delle storie dunque, ma soprattutto un albero che diventa
documento di uno dei percorsi scolastici di questi tre anni insieme.
Ogni bambino ha fatto, come richiesto, un disegno.
I disegni sono stati appesi e i bambini sono stati invitati a votare
quello che secondo loro era il disegno più funzionale al progetto.
Non il più bello (perché in verità sono tutti bellissimi) o quello del
loro amico del cuore.
A pari merito hanno vinto due disegni, quello di Matteo e quello di
Filippo.
Non è necessario procedere ad una ulteriore votazione visto che entrambi
hanno le stesse caratteristiche.
Le finestre frutti sono appese all'albero come fossero ciliegie.
10 aprile
Ora che abbiamo un progetto per l'albero dobbiamo decidere quali storie
far entrare nelle finestre.
I bambini partono subito con l'elenco delle storie, non c'è stato bisogno
di ricordare quali fossero.
Decidiamo di fermare la lista (che sarebbe veramente lunga) a sette
storie:
- Bella ciambella
- Il mostro peloso
- Guizzino
- Alessandro e il topo meccanico
- L'albero e il bambino (Daniele dice che ci sta bene, questa storia,
perché ci ricorda il lavoro che abbiamo fatto l'anno scorso al Parco
Nord)
- Il cavallino e il fiume
- Il mago di Oz.
A questo punto decidiamo, noi insegnanti, di organizzare il lavoro
che verrà utilizzando il cooperative learning ossia una struttura che
consenta ai bambini di lavorare in piccoli gruppi all'interno dei quali
viene nominato un capo gruppo che coordinerà i lavori e che sarà portavoce
del lavoro stesso.
Il cooperative learning in questo progetto consentirà a tutti, soprattutto
a quelli che di norma sono meno propositivi, di partecipare in modo
attivo.
Prima di cominciare la costruzione dell'albero e delle finestre ogni
gruppo si riunisce e cerca di ricordare per sommi capi la storia che
deve rappresentar nella finestra in modo da definire quali siano i personaggi
da disegnare in quanto rappresentativi della storia stessa.
Finita questa ulteriore fase di lavoro i bambini chiedono di sentire
le storie che hanno raccontato.
Leggiamo Alessandro e il topo meccanico.
Alla fine della lettura il gruppo responsabile di questa storia vuole
subito cominciare a costruire la finestra. Al termine della mattinata
abbiamo già la prima finestra.
I NUMERI DI QUESTO LAVORO
- 22 progetti di albero
- 18 progetti votati
- 2 progetti vincitori
- 7 storie
- 7 gruppi
- 3 o 4 bambini per gruppo
- 24 bambini che lavoreranno a questo progetto