Ci incontriamo davanti alla cascina e mi presento: sono Alessandra.
Oggi siete qui per imparare ad orientarvi, e avete tutti in mano la
cartina del Parco. Oggi pomeriggio farete una prova con le bussole,
ma ora vi porto io in giro!
Ogni sentiero che percorriamo lo potete controllare sulla cartina.
Ci dirigiamo verso il laghetto vecchio, attraversando il ponte su via
Clerici.
Lì vi parlo della storia del parco, delle industrie che c'erano
prima, di quanto lavoro sia stato fatto da vent'anni ad oggi per ottenere
quello che vedete.
Lo stagno che abbiamo davanti come lo avranno fatto? Scavando un buco
ed impermeabilizzandolo con argilla, che voi conoscete molto bene!
Poi sono state messe le piante acquatiche, e si è aspettato
per vedere che specie animali arrivassero. Mi dite anatre, rane, rospi...pesci?
no, i pesci non sono animali presenti nell'ecosistema stagno. Li avrà
portati l'uomo.
Così come le tartarughe che ancora non si vedono ma di cui vi
racconto.
Mentre parliamo sbucano da sotto il ponticello un germano e i suoi
quattro anatroccoli. In lontananza nell'acqua passano due grosse carpe,
e poco più lontano una tartaruga galleggia.
Non si vedono girini ne insetti, e non si sentono rane: pesci e tartarughe
predano uova e larve, e qui non sono più presenti.
Girando intorno allo stagno osserviamo bene la vegetazione d'acqua.
Sulle ninfee ad un certo punto passa una gallinella d'acqua! E nascosto
nel canneto vi indico un suo nido, ormai vuoto.
Dallo stagno saliamo al teatrino, e poi orientandoci con la carta ancora
più in alto sulla montagnetta. Costruita sugli scarti degli altiforni,
domina il paesaggo intorno. Da lì osserviamo un temporale che
ci minaccia!
Leggete le lapidi ai caduti e poi cercate insieme a me su un sentiero
dissestato piccole tracce degli altiforni: sassolini neri che sembrano
vetro fuso.
Scendiamo e prendiamo un sentiero che ci porta ai laghetti nuovi: non
potete perdervi, avete tutta la strada che stiamo facendo sotto controllo.
I laghetti nuovi sono diversi dai primi: mancano le piante alte, e
quelle acquatiche sono poche. Qui la scelta è stata quella di
lasciare anche al mondo vegetale una colonizzazione spontanea.
Ascoltiamo qualche rana e osserviamo l'acqua. Vi nuotano moltissimi
girini, e tanti altri piccoli insetti. ne vedete alcuni pattinare sull'acqua,
i gerridi. E al nostro passaggio una rana salta: è talmente veloce
che solo i primi riescono a vederla!
Il temporale sembra vicino e scegliamo di tornare indietro.
Per raggiungere la vostra professoressa attraversiamo il bosco.
Ve ne parlo. Le piante che vedete hanno una ventina d'anni. Sono state
piantate insieme e lungo filari che ancora si riconoscono.
Anno dopo anno questo bosco diventa sempre più disordinato e
completo, tendendo ad assomigliare ad un bosco naturale.
Per questo si fanno anche degli interventi tagliando vecchie piante
e piantumando opportunamente con piantine giovani. Così, mi dite,
il bosco si riempie in ogni suo strato.
Raggiunta la vostra professoressa, percorriamo insieme l'ultimo tratto
di bosco, perché vi interessa osservare il nido del picchio.
E da lì siete voi a ricondurci alla cascina dove avete lasciato
i vostri zaini, e dove ci salutiamo.
Buon pomeriggio e arrivederci!