La giornata è piuttosto calda, la classe 1b mi sta aspettando
in corrispondenza dell'ingresso di via Suzzani.
Stanno riposando o giocando a pallone: il mio arrivo li costringe a
lasciare il loro gioco/riposo e a iniziare insieme le attività
previste per questa giornata.
Ci sediamo sul prato in cerchio: inizio a raccontare velocemente le
due cose fondamentali circa il Parco Nord - la sua giovinezza e la sua
artificialità. Gli alberi che abbiamo intorno a noi non hanno
più di 25 anni e sono stati tutti piantati dall'uomo.
Il nostro Parco è un parco Regionale e cerca di venire il più
possibile incontro alle esigenze della popolazione, senza dimenticare
la natura che, da quando si è iniziata la piantumazione nel 1983
ha visto un continuo progredire della presenza animale vegetale.
Ci incamminiamo verso i laghetti: li raggiungiamo e subito notiamo
delle interessanti presenze. Gallinelle d'acqua, carpe enormi, rane
(si sentono gracidare), fiori di nannufaro e iris.
Racconto alla classe di come si è giunti alla realizzazione
di questa raccolta d'acqua: lo scavo della buca e la sua impermeabilizzazione,
l'immissione dell'acqua e l'introduzione delle piante acquatiche.
Gli aniamli, invece, non sono stati introdotti dal Parco, ma hanno avuto
origini diverse a secondo della natura (alcuni, i volatili, sono arrivati
da soli, altri, pesci e tartarughe, sono stati introdotti clandestinamente.)
Parliamo un po' delle tartarughe e dello sconquasso che la loro presenza
ha portato: l'eliminazine quasi completa di anfibi e insetti acquatici.
Camminaimo un po'; osserviamo la presenza d un nido abbandonato di
gallinella d'acqua, vediamo varie tartarughe che si asciugano al sole
o si soffermano sulle foglie di ninfea, seguiamo per qualche metro 4
piccoli di germano reale con la loro madre.
Lasciamo lo stagno e iniziamo la salita della montagnetta, che culmina
con la "scalata" del pendio - cosa che facciamo con qualche
difficoltà.
Arriviamo sulla cima della montagnetta in corrispondenza del monumento
ai deportati nei campi di sterminio nazisti.
Ci fermiamo nel boschetto all'ombra e iniziamo a raccontare la storia
di questo particolare ambiente sopraelevato.
Si tratta di un accumulo di scorie degli altiforni dell Breda, ovvero
tutto ciò che era minerale di ferro a cui era stato tolto il
ferro stesso.
Si tratta di una specie di "lava", che andiamo a cercare poco
più in là.
Osserviamo quindi in terra della piccole cacche secche di coniglio:
vediamo che sono composte da erba secca e notiamo che non puzzano assolutamente.
Andiamo a cercare i "gabinetti" di questo animale, ovvero
delle sue raccolte di cacche.
Camminiamo ancora, questa volta in direzione del rimboschimento: superiamo
il ponte verde e raggiungiamo la zona dei binari.
In questo luogo colgo l'occasione per parlare ancora della Breda e del
suo progetto relativo alla metropolitana milanese degli anni 60.
Osserviamo i canali che indicano la presenza di un modello di prova
di binari e osserviamo inoltre come questi canali siano stati occupati
con il tempo da moltissime piante. Le osserviamo e notiamo che sono
piuttosto grandi e vigorose, tutte tranne una, piccola, brutta, con
circa una decina di foglie.
Presento questo piccolo bagolare come la pianta più importante
del Parco Nord, ovvelo l'albero che resiste da almeno 20 anni a condizione
di vita più che minime, con tutte le sue radici intente a cercare
cibo all'interno del...cemento.
E' proprio una pianta eccezzionale!
Camminiamo ancora un po' fino all'inizio del sentiero
di Greta e Anselmo. Ci fermiamo e presento la cartina del sentiero
e il significato di questa esperienza svolta due anni fa.
Propongoi ai ragazzi di percorrere almeno un tratto di questo sentiero,
passando a fianco dei vari paletti con i relativi cartellini.
Cammina cammina arriviamo in corrispondenza della Torre del Drago,
l'acero, l'albero della paura.
Racconto ai ragazzi di come questa specie arborea fose una volta considerata
"paurosa" e di come potremo oggi servircene per cercare di
vincere alcune delle nostre paure.
Tutti sopra alla Torre del Drago - uno per volta!
L'albero della paura in questo caso diventa un abero guaritore, così
come tanto tempo fa questi serviva per la guarigione delle malattie
un po' "pazze".
Il pomeriggio sta per terminare, le nostre strade si dividono.
Ciao a tutti e alla prossima.