La classe 1c arriva insieme alla 1e all'appuntamento in via Suzzani.
Subito partiamo per la visita di accoglienza al Parco - ci accompagna
Alessandra, una nuova educatrice.
Dopo una breve presentazione della mattinata ci spostiamo subito verso
la cima della montagnetta Breda - scalando un ripido pendio terroso
- in corrispondenza del monumento ai deportati nei campi di sterminio
della seconda guerra mondiale.
Qui faccio dei veloci cenni a quella che è la storia di questo
particolare ambiente in rilievo (cosa piuttosto inusuale nella pianura
lombarda): si tratta di un ambiente artificiale che affonda le sue radici
nella storia industriale della città di Milano.
Infatti la montagnetta Breda è formata in massima parte dalle
scorie degli altiforni della Breda, ovvero da ciò che rimaneva
dell'estrazione del ferro dai minerali ferrosi.
Se quindi sotto i nostri piedi ci sono queste scorie andiamo a cercarle!
Ne troviamo parecchie in corrispondenza di un viottolo che scende:
le raccogliemo e ne commentiamo forma e consistenza.
Ci inoltriamo quindi verso i laghetti vecchi: ambiente artificiale
realizzato dall'uomo una decina di anni fa.
Come sempre, osservando questo ambiente acquatico, non si può
non notare la presenza delle innumerevoli tartarughe portate dai frequentatori
del Parco. Comunico ai ragazzi quanto la cosa sia errata ed estremamente
dannosa per l'ambiente.
Facciamo un giro intorno a questo laghetto: osserviamo appunto quasi
solamente tartarughe, qualche gallinella d'acqua e un certo numero di
pesci.
Camminiamo ancora e ci spostiamo verso le zone di rimboschimento più
antiche.
Prima di addentrarci nel bosco ci fermiamo per una opportuna merenda
con relativa osservazione delle persone anziane intente a giocare a
bocce.
Entriamo nel bosco: è ora di utilizzare la cartina del sentiero
di Greta e Anselmo che ho consegnato ai ragazzi che lavoreranno a gruppetti.
Andiamo alla ricerca degli alberi contrassegnati dal paletto e dal
cartellino aiutati dalla cartina.
Ne troviamo man mano un certo numero, fino al 27 - l'albero egiziano.
Qui ci fermiamo per parlare del bosco, delle sua storia e delle tecniche
forestali usate nella sua realizzazione: emerge quindi l'importanza
di rendere la corretta manutenzione delle piccole piantine - soprattutto
poterle annaffiare durante i primissimi anni di vita.
Come ultimo momento della visita al Parco ci mettiamo a giocare al
gioco previsto in corrispondenza dell'albero egiziano, ovvero al gioco
della scrittura segreta.
Dividiamo la classe in 4 gruppi e andiamo a "grattare" la
corteccia di 4 alberi per ricavarne vocali e consonanti e le frasi conseguenti.
I 4 gruppi lavorano bene e ottengono frasi significative e appropriate.
La mattinata termina positivamente, ci avviamo verso la cascina e qui
ci salutiamo.