Ciao a tutti! Ci incotriamo davanti alla cascina ma non facciamo intempo a presentarci che già dobbiamo tornare da dove siete venuti: la nostra attività si svolgerà là, quindi dietro front!
Voi siete con me, Alessandra.
La nostra prima tappa saranno i laghetti vecchi del Parco.
Prima di tutto ci presentiamo: quasi tutti sono già stati qui al Parco Nord, molti con la scuola, e si ricordano come è nato il Parco.
In modo particolare i laghetti che sono alle vostre spalle: uno scavo, l'argilla, l'acqua, le piante...gli animali che sono arrivati da soli e quelli portati dall'uomo.
Ci avviciniamo per osservare meglio lo stagno.
Spaventate dall'altra classe, alcune gallinelle d'acqua vengono verso di noi: una sembra più giovane, un pulcino di quesa primavera.
Nell'acqua in trasparenza si vedono anche pesci, qua e là qualche insetto. Sulla testa ci vola una libellula.
Proviamo ad aggirare lo stagno, tentando l'avventura di entrare nel folto degli alberi che lo circondano, e sbucando dall'altra parte, all'ombra.
Davanti a noi ninfee e canneti. Il loro colore si confonde con quello del germano femmina che passa davanti: un ottimo motivo per costruire proprio tra quelle canne un nido: si mimetizza anche la mamma che cova!
Ancora più in là un buco, quasi la fine dello stagno: in effetti e da qui che l'acqua in eccesso esce, così non si allaga mai, così come lo stagno èì comunque sempre alimentato da acqua in entrata dal canale su cui siamo passati, così da non prosciugarsi mai. E' uno stagno con il livello d'acqua più o meno in equilibrio, cosa che n natura non avviene.
Non abbiamo visto tartarughe, che molto probabilmente non sono ancora in letargo, ma escono solo nelle ore più calde del giorno.
Dopo una veloce merenda, scaliamo la montagnetta, e troviamo un grossissimo bruco, più grande del mio dito, che spostiamo dalla stradina prima che qualcuno lo schiacci.
Prima di tutto la vostra attenzione è attirarata dal monumento ai caduti.
Siamo su una montagnetta che è frutto di un lavoro umano. Qui sotto ci sono tutti gli scarti delle lavorazioni degli alto forni della Breda: ricoperti da terra e con le giuste piantumazioni, oggi la montagnetta sembra tutto fuorché una montaga di scarti.
Vi sfido a trovare, lungo un sentierino in discesa dove l'erba non c'è, i resti di ferro fuso scarti di quei forni: sono neri, alcuni un po' a bolle, simili alla pietra pomice, che si forma dal magma dei vulcani: il concetto è lo stesso, metallo fuso ad altissime temperature.
La ricerca inizia!
Alla fine tutti hanno almeno un piccolo reperto che sembra valere come un tesoro!
Manca ancora qualche minuto e, visto che volete vedere le rane, proviamo a scoprire se qualcuna è ancora attiva, raggiungendo uno dei laghetti nuovi del Parco. Qui ci sono pochissime tartarughe, e rospi e rane riescono ancora a crescere e svilupparsi in buon numero.
Oggi però non siamo fortunati, forse, nonostante il sole ci smbri caldo, per loro non lo è abbastanza.
E' il momento di raggiungere il punto dove i vostri professori vi faranno giocare con l'altra classe, e ci salutiamo.
Buon anno!