Ciao a tutti! Ci incontriamo davanti alla cascina, e appena entrati nel bosco ci presentiamo: io sono Alessandra.
Alcuni di voi sono già stati al Parco Nord, molti con le scuole elementari, altri con i genitori: qualcuno non è mai venuto.
Qualcuno si ricorda come è nato questo Parco, e insieme lo ripetiamo.
Vi sembra impossibile che tutto questo una volta non ci fosse, e che questo bosco non sia naturale.
In realtà qua e là ancora si intravedono i filari di alberi, e il bosco è ancora curato dal'uomo, che taglia gli alberi malati o morti, che piantuma nuovi alberelli, che rimuove i tronchi e i rami caduti sul sentiero.
Entriamo e cerchiamo di muoverci in silenzio, cercando di non disturbare gli animali che qui si nascondono.
La prima tappa è sotto un grande olmo, che ha circa 25 anni come tutti gli alberi piantati con lui, che è riuscito a diventare molto più grande: esempio di come anche gli alberi competano tra loro, allungando i propri rami e le proprie radici.
Raggiunto uno spiazzo ci dividiamo in squadre, e giochiamo con quello che il bosco ci regala.
La prima prova da superare è quella di cercare, in 10 minuti, il maggior numero di foglie di forma diversa, senza strappare ma solo raccogliendo: ad ogni foglia corrisponde una specie d'albero.
La grande difficoltà sta nel capire che foglie di diverse dimensioni possono essere uguali!
La seconda prova consiste nel trovare: qualcosa di rosso, un legno con sopra un fungo, una piuma, un sasso bianco, un seme.
La terza prova è di costruire quella che pensate possa essere la tana migliore per un riccio che deve andare in letargo.
Ogni gruppo cerca il posto che ritiene più adatto, e si mette al lavoro.
Le tane alla fine sono pronte.
Quelle che si avvicinano di più sono quelle basse, coperte di foglie e di erba secca, sotto le quali il riccio si raggomitola per passare l'iverno.
E' il momento di andare: arrivederci e buon anno!