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E' una pianta indigena che vive in associazioni ripariali fino
a 1000 metri d'altitudine. Specie eliofila, a rapido accrescimento,
il Pioppo Bianco ama i terreni fertili, aerati, piuttosto umidi.
Questa pianta indigena che vive in associazioni ripariali fino a
1000 metri d'altitudine. Specie eliofila, a rapido accrescimento,
il Pioppo Bianco ama i terreni fertili, aerati, piuttosto umidi.
Questa pianta può giungere fino a 300 anni di età
ed è abbastanza comune nella zona climatica del castagno.
Si moltiplica per getti di ceppaia, per polloni radicali e per semi
che sono abbondanti e molto germinativi, si sviluppa bene anche
sulle sabbie fluviali.
Il pioppo Bianco viene usato per decorare parchi e viali e il suo
legno viene usato nell'industria cartaria anche se è di mediocre
qualità.
La peluria delle foglie è in grado di proteggere gli stomi
dal fumo e dal sale, per questo il Pioppo Bianco cresce bene lungo
le strade e vicino al mare dove costituisce una funzionale barriera
frangivento.
Il nome latino della pianta (Populus) deriverebbe dal brusio delle
foglie mosse dal vento, analogo al mormorio delle folle radunate
nelle piazze. Per questa peculiarità, è stato chiamato
anche dagli Indiani "L'Albero che sussurra". Secondo una
leggenda greca, la corteccia dell'albero era nera fino a che Ercole
non ne fece una ghirlanda da indossare in battaglia contro Cerbero
(guardiano dell'Aldilà ). Il sudore dell'eroe schiarì
i rami della ghirlanda che diede poi il suo colore biancastro alla
corteccia del Pioppo.
Un'altra leggenda racconta che un giorno Fetonte, figlio del sole,
trovando il carro del padre incustodito, se ne appropriò
per guidarlo nel cielo. Ma avvicinandosi alla terra causò
molti incendi nei boschi. L'ira di Giove fu tale, che per punirlo
gli scagliò contro un fulmine. Fetonte, colpito, cadde nel
fiume e le sue sorelle, le Eliadi, piansero lungamente per il dolore.
Giove allora, mosso a compassione, le trasformò in Pioppi
che allineò lungo l'argine del fiume. Tuttora in primavera
dalle gemme dei Pioppi cadono goccioline di resina che simboleggiano
le lacrime delle Eliadi e lo stormire delle foglie ricorda i loro
lamenti.
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