La giornata non è bella - fredda - ma almeno non piove.
Incontro la classe nei pressi della montagnetta: qui inizio a raccontare brevemente
le "cose importanti" del nostro parco:
è giovane
è artificiale - nel senso che è stato realizzato dall'opera
dell'uomo
In particolare qui siamo alla base della Montagnetta della Breda - dal nome
della grande azienda milanese che ha caratterizzato la storia di questo territorio.
Qui l'artificialità del parco è più evidente, così
come è più interessante la storia.
La montagnetta nasce come luogo di deposito delle scorie degli altiforni della
Breda - dagli anni '20 ai '60 - quindi il successivo abbandono e la finale
sistemazione da parte del Consorzio del Parco.
Camminiamo un po': osserviamo parecchi "gabinetti" di coniglio,
con le piccole caccole ovali, quindi andiamo alla ricerca delle "scorie".
Ne troviamo giusto una, grande e ben rappresentativa.
Camminiamo ancora per un po', fino a raggiungere i binari della Breda.
Altra sosta "storica"!
Qui osserviamo come degli alberi siano cresciuti in mezzo al cemento: a partire
dal 1960, anno dell'abbandono di questa struttura di prova della Metropolitana
Milanese, alcuni semi sono riusciti a germinare in questo ambiente ostile,
le relative piantine sono sopravvissute e oggi vediamo il risultato di questa
incredibile crescita.
Son degli alberi veramente eccezzionali! I primi del Pareco Nord - prima ancora
che il parco esistesse!
Parliamo quindi delle "date" importati del Parco Nord:
1960 - i primi alberi
1970 - la nascita dell'idea di Parco
1975 - la legge istitutiva
1983 - l'inizio reale dei lavori
Partiamo di nuovo e ci spostiamo finalmente dentro il bosco.
Cammin facendo osserviamo molti alberi, alti, dritti e sottili, disposti
in lunghe file parallele, osserviamo inoltre dei segni rossi su alcuni di
essi, quindi un operaio intento a trafficare con delle piccole piantine.
Dobbiamo assolutamente fermarci per commentare tutto ciò.
20 anni fa i piccoli alberelli sono stati piantati piuttosto vicini gli
uni agli altri, in file parallele, perchè potessero essere annaffiati
con trattore e botte contenente acqua; quindi gli alberi sono cresciuti e
ha avuto inizio la competizione tra gli alberi stessi, sia per il cibo, che
per l'acqua, che per la luce. La competizione ha portato morte e sofferenza.
Questo e le inevitabili malattie hanno fatto emergere l'esigenza di ridurre
il numero degli alberi presenti e, contestualmente, di piantarne di nuovi,
più giovani.
Ecco quello che sta succedendo: gli alberi segnati di rosso verranno rimossi,
ma ci saranno altri alberelli che li sostituiranno con il tempo.
Ci spostiamo ora in prossimità del grande acero guaritore - labero
della paura che guarisce dalle paure!
Chiedo ai ragazzi di indicare le loro paure, che risultano essere soprattutto
nei riguardi degli animali velenosi, pericolosi.
Quindi passiamo alla "medicina".
A turno ci arrampichiamo sull'acero e lo attraversiamo: in pratica facciamo
come tradizionalmente facevano tanto tempo fa alcune popolazioni dell'est
europeo quando cercavano di guarire i loro bambini da malattie terribili e
sconosciute. In effetti gli alberi possono effettivamente guarire: pensiamo
solamente al salice e all'aspirina!
Mettiamoci ancora in cammino. Alla ricerca dei funghi.
Chiedo ai ragazzi di cercare dei rametti contententi dei funghi lignicoli,
di varia forma, colore, consistenza.
Ne troviamo parecchi - in effetti questo è il loro momento.
Riflettiamo un po' su questa presenza: i funghi sono elementi assolutamente
necessari alla vita del bosco. Senza di questi non esisterebbe di fatto la
trasformazione di tutto ciò che muore in un bosco in humus - utile
alle piante per la loro sopravvivenza. Quindi poco importa se i funghi siano
velenosi oppure no!
Il fungo come "cuoco" per le piante!
Camminando incontriamo vari tronchi e ceppi letteralmente invasi dai funghi,
soprattutto in una zona in cui erano presenti varie betulle - ora ridotte
a scheletri in parte in piedi, in parte in terra.
Come mai tutti questi alberi morti?
Oltre ai motivi che sono stati riportati più sopra non dobbiamo dimenticare
che questi alberi hanno assorbito, in vece nostra, moltissime "polveri
sottili" derivanti dall'enorme inquinamento ambientale che abbiamo intorno,
mettendo in atto la loro importantissima funzione di filtro tra i nostri plomoni
e l'aria che respiriamo. In un certo senso gli alberi muoiono al posto nostro!
La mattinata è giunta al termine. Saluto la classe che si avvia verso
scuola.