Gli insetti del Parco Nord


Gli scolitidi
gallerie di scolitidi
gallerie di scolitidi    

All'ordine dei coleotteri appartengono gli scolitidi: piccoli o piccolissimi insetti che causano ingenti danni agli alberi.

Gli scolitidi (Coleoptera Scolytidae) comprendono un gruppo di circa 6000 specie distribuite in 181 generi, morfologicamente assai simili, ma diverse nei rapporti con l’ospite e con l’ambiente in generale.

Di solito, scavando gallerie tra la corteccia ed il legno, attaccano le piante: virus e funghi di cui tali animali possono essere portatori danneggiano spesso mortalmente alcune specie di alberi che possono così morire.

Nel complesso degli scolitidi vi sono entità atte a utilizzare come alimento disparati organi vegetali sia di latifoglie che di conifere.

Gli scolitidi si sono presumibilmente originati all’inizio del periodo Triassico (circa 200 milioni di anni fa) a carico di piante di conifere. Ambre baltiche risalenti a 25-30 milioni di anni fa (Oligocene) già contengono insetti apparentemente identici agli attuali Tomicus.

Lo schema generale di sviluppo degli scolitidi è uniforme, con poche eccezioni.
Gli adulti di specie fleofaghe - ovvero che utilizzano come cibo e come sede riproduttiva il floema, ovvero la parte più interna della corteccia - giungono sulle cortecce di alberi idonei alla colonizzazione e vi penetrano praticando un foro d’entrata in corrispondenza del quale viene scavata una piazzola, detta camera nuziale o vestibolo, in cui di norma avviene l’accoppiamento. Successivamente le femmine iniziano lo scavo delle gallerie materne ai lati delle quali vengono deposte le uova. Le gallerie materne sono riconoscibili per avere un diametro costante e per essere sgombre di residui. Le larve scavano gallerie caratterizzate da diametri crescenti all’aumentare delle dimensioni degli individui. Tali gallerie contengono inoltre escrementi e rosura. Raggiunta la maturità, le larve scavano una camera pupale nella quale si conclude la metamorfosi.

Fra gli Scolytus particolare interesse è invece stato rivolto a S. multistriatus (Marsham), soprattutto in relazione al suo ruolo di vettore della grafiosi dell’olmo.