Pomeriggio con un po' di nuvole: e c'è anche qualche goccia di pioggia
che scende. I bambini della 3b sono presenti, puntuali, all'appuntamento.
Ci avviamo verso il bosco, ci fermiamo al suo limitare, quindi iniziamo
le nostre attività. In occasione della prima uscita vi accompagnava
Marco, con lui avete visitato brevemente il bosco e, più approfonditamente,
i laghetti del Parco Nord.
Vi ricordate della presenza degli alberi segnati con la vernice rossa: segno
di imminente taglio, visto che molte piante sono morte negli ultimi anni.
Oggi questi alberi non sono più presenti - evidentemente l'opera di
taglio è stata ultimata. Però osserviamo che al loro posto sono
presenti una gran quantità di piccoli alberelli piantati da pochi mesi.
Li osserviamo insieme: le piccole piantine sono accompagnate da una bacchettina
di bambù - che ha la funzione di segnalare la presenza dell'albero
- da una plastica verde che avvolge la pianta stessa, che serve a proteggerla
dai denti del coniglio selvatico; infine da una sorta di "tappetino"
che serve a non far crescere l'erba nelle sue vicinanze.
Come mangia l'albero? Tramite le sue radici, che "succhiano" il
"succo formato dalle sostanze nutrienti presenti nella terra e dall'acqua
che circola nella terra stessa.
Camminiamo un po' nel bosco. Ci fermiamo in corrispondenza del grande olmo
con quattro rami (Quaternarium). Qui cerchiamo di capire come mai questo albero
sia così grande, molto più grande rispetto alle piante corcostanti.
Essenzialmente lui ha più bisogno di cibo per sua natura, una sorta
di messaggio che viene dall'interno della pianta.
E quindi si appropria di tutto lo spazio possibile, rendendo impossibile la
vita agli alberi circostanti.
Ci mettiamo nuovamente in cammino: questa volta in fila per uno, alla ricerca
degli alberi fatti a V. Li scavalchiamo, ci passiamo in mezzo, in un percorso
che potrebbe idealmente assomigliare alla tradizione antica di far passare
i bambini ammalati attraverso i buchi negli alberi. Nella speranza che guariscano,
i bambini.
Cogliamo l'occasione per parlare delle proprietà mediche che molti
alberi possiedono: ad esempio il salice, febbrifugo, che ha dato origine all'importantissima
medica chiamata spirina.
Ci spostiamo verso nord, in direzione del boschetto "naturale",
ovvero dove gli alberi morti non vengono tagliati. Dividiamo la classe in
tre gruppi e chiedo a loro andare all'esplorazione di questo luogo per 5 minuti,
alla ricerca delle cose interessanti.
Ecco il risultato della ricerca:
funghi strani - soprattutto lignicoli
alberi con la corteccia staccata
ceppi di albero con funghi e colonie di formiche
rami in terra in via di marcescenza
Però nessuno ha notato che gli alberi con la corteccia staccata sono
in realtà morti, in piedi, che, poco alla volta, si spezzano e cadono
al suolo.
Facendo un giro tra tutti questi alberi morti osserviamo anche la presenza
di un bel nido di picchio su un tronco di betulla.
Cominciamo il nostro cammino a ritroso. Ci fermiamo qualche minuto a fare
alcune considerazioni generali su come sia andato il pomeriggio che sta per
terminare. Quindi, visto che abbiamo ancora qualche minuto di tempo, possiamo
fare un gioco insieme.
Si tratta di una sorta di caccia al tesoro - solo che in questo caso il tesoro
non è nascosto ma è mimetizzato.
L'oggetto che useremo è una "bussola" di plastica da polso.
Vado a mimetizzarla, quindi via, alla ricerca!
Dopo qualche minuto una bimba la trova - ma solo dopo che il maestro ha
suggerito di non guardare solamente in terra...
Ora il nostro tempo a disposizione è veramente scaduto - dobbiamo
avviarci verso scuola.