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le scuole del Comune di Bresso

3b - elementare via Marconi - 16 dicembre 2003

Incontro i ragazzi davanti alla Cascina del Parco, ci presentiamo e ci dirigiamo al bosco antistante.
Prima di inoltrarci ci fermiamo e organizziamo l'attività per questa mattina. Emerge che il loro interesse, visto gli argomenti che stanno trattando a scuola, è la visita degli ambienti acquatici del Parco. Dovremo quindi spostarci in un'altra zona, ma prima di fare ciò realizziamo una breve esplorazione di questo pezzetto di bosco cercando di individuare elementi e processi generali, che valgono per ogni ambiente.

Concluso questo momento abbiamo capito che in un ecosistema esistono tre grandi gruppi di elementi:

Tutti gli elementi sono strettamente legati tra loro e si influenzano a vicenda, inoltre in un ecosistema avvengono due processi:

Ci spostiamo così verso il primo stagno, quello più vecchio, raggiunto il quale prima di iniziare il nostro lavoro facciamo una breve merenda sul prato.

Facciamo il rapido, consueto, censimento delle merende:
14 bambini hanno portato 16 merende e 17 bibite

Merende

Bibite

 
  • 5 panino
  • 1 cioccolato
  • 4 brioches - merendine
  • 1 cracker
  • 1 focaccia
  • 4 patatine
  • 1 senza merenda
  • 3 succhi di frutta
  • 6 the
  • 8 acqua

Durante l'esplorazione di questo primo ambiente acquatico impariamo a riconoscere diverse piante tipiche delle zone umide del nostro territorio, come la cannuccia di palude, la menta acquatica, il giunco, l'ontano nero ed altre ancora; notiamo delle gallinelle d'acqua e dei germani, non riusciamo a vedere nessun pesce e le tartarughe sono in letargo.
Sul fondo notiamo pochissime alghe e una polverina grigia che - ragionando - capiamo derivare dalla terra circostante che l'acqua raccogliendosi dal terreno intorno e finendo nello stagno trasporta con sé, dai detriti organici che cadono, come foglie, rametti e cacche, dai materiali che si formano durante i processi di decomposizione.
Notiamo che le gallinelle si nascondono tra le canne sulle rive e questo ci illumina facendoci capire che va considerato stagno anche ciò che sta fuori dallo specchio d'acqua. Infatti fondamentale per l'equilibrio di questo ambiente è la realtà che lo circonda.

Concluso giro e breve discussione ci spostiamo, superando la montagnetta con corse e rotoloni su e giù per i prati ondulati, al secondo stagno, quello nuovo, dove lavoriamo sulle differenze con quello precedente.
Ad esempio notiamo una maggior presenza di alghe per una maggiore quantità di nutrienti rilasciati dal terreno, e una maggiore quantità di luce che raggiunge l'acqua; nessuna cannuccia o cespuglio sulla rive, nessuna gallinella.
Utilizziamo anche il microscopio, con il quale osserviamo le alghe filamentose ricoperte di goccioline d'acqua, la lenticchia d'acqua con le sue piccole radichette, un lombrico che ci fa molta impressione, l'argilla del fondo dello stagno che sembra un paesaggio di montagne e laghetti.

Concludiamo la nostra uscita con una breve discussione su come si forma uno stagno e quale è il suo destino.
Le condizioni necessarie alla sua nascita sono:

Il suo destino è invece quello di interrarsi per il sedimento che si depone e passare successivamente in un altro ambiente, un prato selvatico che nelle nostre zone prende il nome di brughiera.

Saluto i ragazzi che in ritardo si incamminano verso la scuola e torno in cascina.