Incontro i ragazzi davanti alla Cascina del Parco, ci presentiamo e ci dirigiamo
al bosco antistante.
Prima di inoltrarci ci fermiamo e organizziamo l'attività per questa
mattina. Emerge che il loro interesse, visto gli argomenti che stanno trattando
a scuola, è la visita degli ambienti acquatici del Parco. Dovremo quindi
spostarci in un'altra zona, ma prima di fare ciò realizziamo una breve
esplorazione di questo pezzetto di bosco cercando di individuare elementi
e processi generali, che valgono per ogni ambiente.
Concluso questo momento abbiamo capito che in un ecosistema esistono tre
grandi gruppi di elementi:
la luce - che fornisce l'energia perché il tutto funzioni
i materiali - che si dividono in inorganici ed organici
gli organismi viventi - che abitano questo spazio
Tutti gli elementi sono strettamente legati tra loro e si influenzano a
vicenda, inoltre in un ecosistema avvengono due processi:
la produzione di sostanza organica
la decomposizione di sostanza organica
Ci spostiamo così verso il primo stagno, quello più vecchio,
raggiunto il quale prima di iniziare il nostro lavoro facciamo una breve merenda
sul prato.
Facciamo il rapido, consueto, censimento delle merende:
14 bambini hanno portato 16 merende e 17 bibite
Merende
Bibite
5 panino
1 cioccolato
4 brioches - merendine
1 cracker
1 focaccia
4 patatine
1 senza merenda
3 succhi di frutta
6 the
8 acqua
Durante l'esplorazione di questo primo ambiente acquatico impariamo a riconoscere
diverse piante tipiche delle zone umide del nostro territorio, come la cannuccia
di palude, la menta acquatica, il giunco, l'ontano nero ed altre ancora; notiamo
delle gallinelle d'acqua e dei germani, non riusciamo a vedere nessun pesce
e le tartarughe sono in letargo.
Sul fondo notiamo pochissime alghe e una polverina grigia che - ragionando
- capiamo derivare dalla terra circostante che l'acqua raccogliendosi dal
terreno intorno e finendo nello stagno trasporta con sé, dai detriti
organici che cadono, come foglie, rametti e cacche, dai materiali che si formano
durante i processi di decomposizione.
Notiamo che le gallinelle si nascondono tra le canne sulle rive e questo ci
illumina facendoci capire che va considerato stagno anche ciò che sta
fuori dallo specchio d'acqua. Infatti fondamentale per l'equilibrio di questo
ambiente è la realtà che lo circonda.
Concluso giro e breve discussione ci spostiamo, superando la montagnetta
con corse e rotoloni su e giù per i prati ondulati, al secondo stagno,
quello nuovo, dove lavoriamo sulle differenze con quello precedente.
Ad esempio notiamo una maggior presenza di alghe per una maggiore quantità
di nutrienti rilasciati dal terreno, e una maggiore quantità di luce
che raggiunge l'acqua; nessuna cannuccia o cespuglio sulla rive, nessuna gallinella.
Utilizziamo anche il microscopio, con il quale osserviamo le alghe filamentose
ricoperte di goccioline d'acqua, la lenticchia d'acqua con le sue piccole
radichette, un lombrico che ci fa molta impressione, l'argilla del fondo dello
stagno che sembra un paesaggio di montagne e laghetti.
Concludiamo la nostra uscita con una breve discussione su come si forma
uno stagno e quale è il suo destino.
Le condizioni necessarie alla sua nascita sono:
una buca
un terreno impermeabile
un clima piovoso
Il suo destino è invece quello di interrarsi per il sedimento che
si depone e passare successivamente in un altro ambiente, un prato selvatico
che nelle nostre zone prende il nome di brughiera.
Saluto i ragazzi che in ritardo si incamminano verso la scuola e torno in
cascina.