I bambini della 3a arrivano un po' in ritardo all'appuntmento in cascina.
Da qui ci avviamo subito verso l'ingresso del bosco.
Ci fermiamo e iniziamo la mattinata con l'osservazione dei lavori che la classe
ha preparato a scuola.
Si tratta di una serie di disegni e di testi aventi come tema "cosa farò
da grande e che cosa potrò fare al Parco Nord.
Ecco i testi che i bambini hanno scritto. Clicca sul disegno qui sopra.
Qui di seguito possiamo vedere alcuni disegni su "che cosa potrò
fare al Parco Nord":
Clicca sulle piccole immagini per vederne l'ingrandimento
Ecco il cartellone che riassume il rapporto tra Parco, città e bambini:
I bambini, in classe hanno ipotizzato un parco per
riposarsi, stare insieme, osservare, curare.
Decidiamo oggi di occuparci del "curare".
Chi e che cosa?
Gli animali - dicono i bambini in prima battuta. Ma anche le piante.
Per fortuna non notiamo presenze animali bisognose del nostro aiuto, per
cui ci toccherà rivolgerci alle piante (che sicuramente avranno bisogno
delle nostre attenzioni).
Dividiamo la classe in 4 gruppetti che avranno il compito di andare alla
ricerca di alberi malati.
Al termine dell'esplorazione andiamo a vedere gli alberi individuati.
Il primo è un sambuco, con pochissime foglie, che i bambini giudicano
"caldo" - per cui con la febbre. In effetti la corteccia calda non
significa molto, piuttosto la presenza di pochissime foglie è il segno
della stagione molto secca appena passata.
Quindi passiamo ad un olmo, anch'esso "caldo", con una corteccia
molto rovinata e con tantissimi forellini praticati da insetti. Osserviamo
che mancano completamente le foglie: è addirittura morto!
Ora rivolgiamo le nostre attenzioni ad una quercia rossa con dei tagli sulla
corteccia: questi tagli sono comunque portatori di piccole sofferenze, per
cui non si può parlare di vera malattia.
Infine osserviamo un due aceri con delle grosse ferite sul tronco. Notiamo
che queste ferite presentano già un callo di cicatrizzazione, ma diciamo
che ci vorranno un po' di anni perchè la pianta possa guarire.
In che modo potremmo aiutare queste piante? Per le ferite si potrebbe riparare
la ferita stessa (magari con garze - dicono i bambini), per le altre ricorriamo
alle vecchie tradizioni dei nonni contadini: una castagna matta (di ippocastano)
vicino per aiutare la guarigione (noi di solito la teniamo in tasca).
A questo punto è ora di merenda; facciamo il
rapido, consueto, censimento delle merende:
18 bambini hanno portato 24 merende e 11 bibite
Merende
Bibite
3 panini
2 focacce
5 cracker
1 cioccolato
2 patatine
10 brioches - merendine
1 yogurt
6 succhi di frutta
4 the
1 acqua
Camminiamo un po' e ci spostiamo sul viale dei pioppi cipressini dove ci
fermiamo e faccio notare ai bambini la presenza di un buco, sul tronco di
un pioppo, prodotto dall'azione del picchio rosso intento a cercare il suo
cibo preferito: il rodilegno (una farfalla notturna).
Andiamo a cercare altri buchi realizzati dal picchio. Quindi troviamo una
strana costruzione bianca appesa ad un pioppo: si tratta di una "trappola"
per catturare i rodilegno maschi (che vengono attirati e ingannati da un odore
femminile).
Il rodilegno è dannoso al pioppo perchè ne mengia lentamente
il suo interno - e quindi lo rende debole. Il picchio, a sua volta mangia
il rodilegno - quindi libera il pioppo - ma contemporaneamente fa dei grossi
buchi che danneggiano ancora di più il pioppo stesso.
Insomma, capiamo che l'unica cura per il nostro pioppo è proprio
la cattura e l'eliminazione del maggior numero possibile di queste farfalle.
Durante la mattinata i bambini raccolgono vari elementi naturali, che vengono
riposti all'interno della borsa del Futuro.
castagne matte, un nido caduto, un tronco mangiato dal picchio e dal rodilegno,
...
La mattinata è terminata, ciao a tutti e a presto!