Pioppo Bianco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mitologia

nome latino Populus Alba
famiglia Salicacee
chioma largamente globosa.
tronco

eretto sinuoso, rami orizzontali, ramuli a tomento bianco.

corteccia bianca-grigia, liscia, a lenticelle nere.
foglie di due tipi: piccole tondo-ovate di 5 cm.; più grandi (6-10 cm.), palmate, a 5 lobi più o meno dentati. Pagina inferiore bianca e tomentosa. Inserzione alterna.
fiori

pianta dioica. Infiorescenza maschile: amenti cilindrici di 5-8 cm.
Infiorescenze femminili: amenti grigio-rosa più chiari e più piccoli (3-7 cm); fioritura: prima della fogliazione in Febbraio-Marzo.

frutti capsule glabre in amenti che in Giugno liberano semi cotonosi.
Glossario

E' una pianta indigena che vive in associazioni ripariali fino a 1000 metri d'altitudine. Specie eliofila, a rapido accrescimento, il Pioppo Bianco ama i terreni fertili, aerati, piuttosto umidi.
Questa pianta indigena che vive in associazioni ripariali fino a 1000 metri d'altitudine. Specie eliofila, a rapido accrescimento, il Pioppo Bianco ama i terreni fertili, aerati, piuttosto umidi.
Questa pianta può giungere fino a 300 anni di età ed è abbastanza comune nella zona climatica del castagno.
Si moltiplica per getti di ceppaia, per polloni radicali e per semi che sono abbondanti e molto germinativi, si sviluppa bene anche sulle sabbie fluviali.
Il pioppo Bianco viene usato per decorare parchi e viali e il suo legno viene usato nell'industria cartaria anche se è di mediocre qualità.
La peluria delle foglie è in grado di proteggere gli stomi dal fumo e dal sale, per questo il Pioppo Bianco cresce bene lungo le strade e vicino al mare dove costituisce una funzionale barriera frangivento.
Il nome latino della pianta (Populus) deriverebbe dal brusio delle foglie mosse dal vento, analogo al mormorio delle folle radunate nelle piazze. Per questa peculiarità, è stato chiamato anche dagli Indiani "L'Albero che sussurra". Secondo una leggenda greca, la corteccia dell'albero era nera fino a che Ercole non ne fece una ghirlanda da indossare in battaglia contro Cerbero (guardiano dell'Aldilà ). Il sudore dell'eroe schiarì i rami della ghirlanda che diede poi il suo colore biancastro alla corteccia del Pioppo.
Un'altra leggenda racconta che un giorno Fetonte, figlio del sole, trovando il carro del padre incustodito, se ne appropriò per guidarlo nel cielo. Ma avvicinandosi alla terra causò molti incendi nei boschi. L'ira di Giove fu tale, che per punirlo gli scagliò contro un fulmine. Fetonte, colpito, cadde nel fiume e le sue sorelle, le Eliadi, piansero lungamente per il dolore. Giove allora, mosso a compassione, le trasformò in Pioppi che allineò lungo l'argine del fiume. Tuttora in primavera dalle gemme dei Pioppi cadono goccioline di resina che simboleggiano le lacrime delle Eliadi e lo stormire delle foglie ricorda i loro lamenti.