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Mi chiamo Eugenio Turchetti e vivo a Niguarda dal 1948, ho frequentato proprio questa scuola più di cinquant'anni fa, quando la guerra era appena finita.
Allora era tutto diverso, anche la scuola, io andavo a scuola nella parte vecchia, la parte dove siete voi adesso non esisteva ancora.
Intorno alla scuola non c'era il Parco Nord, c'erano solo campi, erba, grano e granturco, noi bambini rubavamo le pannocchie per farle abbrustolire, e poi orti grandissimi dove si coltivavano gli ortaggi.
Qui c'era molta acqua, tutta la zona qui intorno era ricca di canaletti di irrigazione con acqua limpida e fresca e noi bambini , d'estate, ci sguazzavamo dentro e l'acqua ci arrivava ai polpacci.
I campi di grano erano pieni di papaveri e fiordalisi, e nelle calde sere d'estate si vedevano migliaia e migliaia di lucciole. Ce n'erano talmente tante che noi bambini, a volte, le catturavamo nelle bottigliette di vetro per costruirci delle specie di lampadine.
Poi c'erano i grilli che cantavano davanti alle piccole tane sotterranee e noi cercavamo di catturarli usando un filo d'erba, poi li mettevamo in piccole gabbiette costruite da noi con turaccioli di sughero e tanti spilli..Di giorno, invece, le rive del Seveso e dei canali erano popolate da libellule di tutti i colori: rosse, gialle, verdi, blu, nelle ore più calde, dalle cime dei pioppi, si sentivano le cicale. I pioppi facevano parte del paesaggio perché crescevano bene vicino a luoghi umidi, ma oltre ai pioppi, qui intorno c'erano molti alberi: sambuchi, sancarlini, salici e tantissimi alberi di gelso.
Noi bambini di allora vivevano sempre in gruppo, ed in gruppo organizzavamo giochi all'aperto, costruivamo gabbiette e trappole, catturavamo grilli, merli. I merli facevano i nidi nei cespugli di sambuco, noi andavamo alla ricerca dei nidi, osservavamo le uova, i piccoli appena nati, poi prendevamo i piccoli merli e li mettevamo nelle gabbiette. Conoscevamo tutti gli alberi : i pioppi, le robinie, i sambuchi, e conoscevamo anche tanti animali. Giocando a costruire trappole e gabbiette e a catturare gli animali, con il tempo imparavamo che catturare gli animali significava anche farli morire perciò capivamo che bisognava lasciare gli animali liberi e nel loro ambiente..
In questa zona c'erano anche molti cavalli, impiegati per i lavori meno pesanti ed era normale incontrarli per le vie di Niguarda.; non erano però i cavalli che si vedono nei film o in TV, ma grossi cavalli da tiro, alti e imponenti.
Molte famiglie venivano a passeggiare con i bambini nelle strade dietro la scuola di via Cesari, soprattutto nella bella stagione, e si portavano dietro la merenda fatta di pane e burro, o marmellata
Oggi il parco è molto più bello, con i vialetti ordinati, gli orti curati, le panchine, le piste ciclabili, ma ai miei tempi, quando il parco non esisteva ancora, noi bambini eravamo molto più liberi di progettare giochi, costruirli; i campi erano per noi un territorio di scoperta dove dare sfogo alle nostre fantasie, come se vivessimo un fantastico racconto di avventure. Le capanne, gli archi, i tesori nascosti fatti di niente, la caccia ai ramarri e alle lucertole, ai grilli ed ai merli come cacciatori in una battuta di caccia
Avevamo poche e povere cose ma tantissima fantasia e tutto diventava un'occasione per trasportarci in un mondo di favole: senza televisione o play station creavamo da soli le nostre avventure.
Vivo a Niguarda dal 1953 in via Paolo Rotta, sono venuta in questo quartiere quando mi sono sposata.
Ricordo che nella mia strada non esistevano case ma tutto era campagna: c'erano tanti alberi, prati e tantissimi orti.
Nella zona del parco della scuola c'erano solo campi di granturco, orti, e tantissimi alberi di gelso.
Dopo diversi anni i campi di granturco sono spariti, tutto è diventato prato, c'erano ancora tanti orti ma tutti disordinati e poco curati.
Da alcuni anni il parco è diventato più bello: ci sono prati più ordinati, vialetti, ed orti recintati e curati.
Nonna Carla ci ha anche portato tante foto di tanti anni fa dove si vedono tantissimi campi, cavalli che arano i campi, e alcune foto dove si vede la nostra scuola: si riconosce il piazzale con la Bertarelli, però ci sono tanti orti e molti alberi in più.