SABBIA DELLE SPIAGGE
Quando sulla spiaggia prendiamo il sole, non ci preoccupiamo
della sabbia su cui siamo stesi e non ci rendiamo conto della sua composizione
e della sua provenienza. La strada percorsa dai singoli granelli che
la compongono può essere stata anche di molti chilometri; tutt'al
più noteremo il colore e la presenza o meno di sassi, alghe e
qualche conchiglia.
Il colore a volte attira la nostra attenzione essendo specifico e caratteristico
della località; infatti sono famose le bianche ed accecanti spiagge
delle barriere coralline, così come lo sono le spiagge nere delle
zone vulcaniche.
Cose che invece ci sfuggono sono la composizione e la caratteristica
capacità di movimento della sabbia - queste sono cose che non
vengono prese in considerazione, infatti la sabbia può aver viaggiato
nel tempo e nello spazio, trasportata dall'acqua e dal vento ed avere
una composizione diversa anche con lo stesso colore.
Avete mai guardato la sabbia con un microscopio? Se non lo avete mai fatto allora iniziate a raccogliere la sabbia e guardatela! Troverete che la sabbia è una delle cose più affascinanti da guardare al microscopio. Infatti la sabbia con le sue caratteristiche di colore, granulometria e composizione è come un'impronta digitale inconfondibile della spiaggia o del fiume in cui l'avete raccolta.
COMPOSIZIONE DELLA SABBIA
Per classificare una sabbia si può cominciare
a misurare le dimensioni dei granelli. Una prima misurazione si può
fare usando un righello millimetrato che ci darà un'idea della
loro dimensione.
Anche l'aspetto dei granelli è importante, sono lisci, spigolosi
o rugosi? Di che colore e di che materiale sono composti?
Solitamente quelle dei fiumi sono composte da frammenti di rocce
silicatiche e quarzo mono o policristallino ed in misura minore di:
muscovite, clorite, epidoto, magnetite, granato, rutilo e zircone,
qualche rara volta anche il corindone, l'oro e il diamante.
Generalmente le sabbie del mare delle spiagge continentali sono composte di minerali come quarzo, feldspato, mica ed in misura minima da altri materiali inorganici e qualche frammento di conchiglia.
Sabbie residue della ricerca dell'oro nel Ticino. A sinistra i minerali pesanti magnetici fortemente ingranditi. A destra si notano i minerali "pesanti" non magnetici che sono stati separati assieme all'oro nel lavaggio delle sabbie silicee anc'essi fortemente ingranditi; sono essenzialmente granati, zirconi, rutilo, anatasio e monazite. Nella parte centrale si notano le pagliuzze d'oro accompagnate da materiali magnetici come: ematite, magnetite, ilmenite. |
Le sabbie dei deserti (Sahara per esempio) spesso sono il residuo di solo quarzo con granulometria e mineralogia omogenea di una doppia selezione: una prima selezione come sopra descritta avviene per mezzo delle acque circolanti durante il trasporto dai fiumi al mare e una successiva selezione e arrotondamento eolico delle sabbie presenti negli antichi mari oggi scomparsi.
Solitamente i frammenti calcarei organogeni delle
spiagge marine sono lucidi per il continuo lavorìo delle
onde del mare.
In ambiente ricco di anidride carbonica a volte però i granelli
e i frammenti sono opachi per la precipitazione sulla superficie del
carbonato di calcio durante l'intensa evaporazione dell'acqua provocata
dal calore e dalle tempeste tropicali.
Altre rare volte in ambienti ricchi di acque termali calcaree possono
formarsi delle sabbie oolitiche - sono queste dei granelli arrotondati
(a forma di uovo da ciò il nome) generati dal rivestimento esterno
di granuli più piccoli con carbonato di calcio. Questo fenomeno
è provocato dalla precipitazione sui granelli dell'eccesso di
carbonato di calcio presente nelle acque.
Le sabbie, quando sono di origine vulcanica, spesso
sono nere o rosse formate da lapilli o da cristalli di minerali ricchi
di ferro "sparati" dalle eruzioni, oppure formate da minute
goccioline vetrose di ossidiana e ceneri vulcaniche e raramente cristalli
di olivina emessi nelle immediate vicinanze dai vulcani che hanno generato
l'isola.
Ma non mancano sabbie vulcaniche provenienti da lave massicce disgregate
dal tempo e dalle intemperie.
Il riconoscimento dei granelli che compongono la sabbia
è semplice se si hanno alcune conoscenze di carattere mineralogico,
ma non è difficilissimo con un po' di allenamento anche per i
meno esperti.
Non tutto è comprensibile ma molto ci verrà svelato se
sapremo osservare anche solo con una semplice lente contafili e utilizzando
dei piccoli saggi fisici e chimici.
Sulle spiagge continentali noteremo frammenti di ogni tipo e potremo
sapere, per ogni granello, da quale roccia in disfacimento proviene
e supporre per quanto tempo ha rotolato e viaggiato fino a noi. Se faremo
una vacanza esotica, potremo osservare e forse riconoscere i piccoli
animali che con il loro sacrificio ci hanno donato una accecante spiaggia
bianca.
Sostando col puntatore sulle fotografie delle sabbie comparirà la composizione |
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