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In un bosco viveva un merlo dal becco giallo molto goloso di bacche rosse, anzi mangiava solo quelle! Quelle blu e quelle gialle invece non le mangiava, altrimenti gli veniva un gran mal di pancia.
Un brutto giorno però dal bosco scomparvero misteriosamente tutti i colori della natura. Tutte le bacche erano diventate bianche. Siccome non voleva morire di fame, il merlo - che aveva paura del mal di pancia - chiamò ad aiutarlo i tre maghi del colore: Tino il biondo, Turco il turchese e Scrondo il rosso.
Scrondo il rosso fece entrare sottoterra tutti i vegetali e gli animali del bosco. Quando uscirono, magicamente, tutto era diventato rosso. Il merlo allora disse: "Ora però tutte le bacche sono rosse! Come posso riconoscere quelle velenose?"
Arrivò così il turno di Tino il biondo che trasportò l'intero bosco in un recinto magico. Naturalmente tutto diventò giallo. Il merlo, disperato, gridò: "Oh, no! Ora non ne riconosco più nessuna! Beh, almeno il mio becco è tornato del suo colore naturale ". Infine arrivò il turno di Turco che era molto pigro. Fece scendere una pioggerellina azzurra, delicata e magica. Tutto diventò blu. Il merlo sempre più disperato: "Oh, no! Ora le bacche sono tutte blu!".
I tre maghi, dopo i loro inutili sforzi, decisero di chiedere aiuto a Massimo, la nostra guida, che però disse: "Ma io non sono un mago, non ho studiato da stregone e neppure ho il segno, mi spiace!"
"Massimo, ma di che segno parli?" gli abbiamo chiesto noi. Allora lui ci ha spiegato che i maghi, già da bambini, hanno uno speciale segno sul collo o sulla schiena. E ci fece vedere il collo di un nostro compagno.
Incredibile: quel compagno sulla schiena non era un neo era il segno della magia!!! Meraviglia un segno lo avevamo tutti! Quello che i nostri insegnanti pensavano fosse morbillo era il segno della magia che ci aveva contagiato. Quella fu l'unica volta che i nostri insegnanti si sbagliarono.
"Ma allora pensateci voi!- ci disse Massimo - mettetevi d'accordo e riportate i colori nel bosco"
Intanto la maestra e il maestro si chiedevano perché noi, essendo dei maghi, non sapessimo sempre in anticipo le risposte delle verifiche. Ma questo è un altro mistero.
Dunque, dicevamo dei colori: ecco come risolvemmo la delicata situazione. Ora ve lo raccontiamo brevemente, ma ci abbiamo pensato un bel po' almeno tre minuti.
Capimmo che i tre maghi erano i colori primari e che non dovevano agire da soli ma tutti insieme. Insomma mischiare le loro magie. E noi cosa potevamo fare? In una boccetta raccogliemmo un poco delle loro magie e poi agitammo ben bene. Per essere sicuri, quei disperati dei maschi cominciarono a fare la danza della pioggia; il perché non lo capirono, ma le femmine avevano ordinato loro di farlo, altrimenti non gli avrebbero più suggerito il risultato delle divisioni. Un argomento davvero convincente! "Ma insomma - disse ai maschi una timida bambina - non capite che cosa avremo dopo il temporale?" I maschi si guardarono e dissero in coro: il fango per sporcarci meglio quando giochiamo a pallone! "Ma siete dei primati - rispose la bimba - l'arcobaleno! Altri colori!" La danza funzionò, dopo la pioggia apparve un grande arcobaleno che da terra arrivava in cielo. Tutti si vantavano, ma nessuno aveva il coraggio di salire sull'arcobaleno a raccogliere le goccioline colorate. Un bambino recitò la sua formula magica: "E - congiunzione - articolo - Sky - nome - cosa - plurale - smackdown vado io!". Detto fatto, quel bambino raccolse nella boccetta tante gocce colorate e tornò dai compagni.
Un bimbo davvero furbo capì che adesso occorreva raggiungere una nuvola per spargere i colori sul bosco. Tutti si guardarono e benché fossero maghi, a nessuno erano ancora spuntate le ali. "Ehi amici - disse un bimbo studioso - ricordatevi la fine di Icaro". Nessuno disse nulla; chissà se si ricordavano il mito. Qualcuno guardò timidamente il maestro!
"Ma ci penso io - disse il merlo - io posso volare! Prese tra le zampe la boccetta magica, salì fin sulle nuvole e cominciò a vuotarla sul bosco. Ai bambini bruciarono un po' gli occhi, ma quando li riaprirono . "Evviva, che miti che siamo, funziona!!!". Tutto era tornato del colore naturale!!!
Morale: se ci si mette a pensare insieme, qualche problema si riesce a risolverlo. Qualche volta anche senza magia.
Il merlo visse a lungo, felice, contento e bello grasso. Tornati a scuola, alle colleghe che chiesero alla maestra come mai avesse dei capelli così strani, lei rispose: ho fatto la tinta arcobaleno. Beh, invece dei capelli del maestro c'è poco da dire: la magia giusta ancora nessuno l'ha trovata!