1d Media Verga - Milano
Il nocciolo
CURIOSITÀ-USI
Il nome del genere (Corylus) deriva dal greco kóris, elmo, per
la forma dell'involucro che ricopre il frutto e avellana in quanto diffuso,
fin da epoca remota, nella zona di Avellino.
È coltivato come pianta da frutto in numerose regioni, per la
produzione del frutto destinato al consumo allo stato fresco o alla
trasformazione industriale, soprattutto in Campania, Sicilia, Piemonte.
I frutti (nocciole) hanno un seme ricco di olio, che è usato
nell' alimentazione, nell'industria dei colori e in profumeria; l'industria
dolciaria utilizza i frutti per la produzione di nocciolati, torroni
e della pasta gianduia.
Il legno biancastro, poco durevole, è impiegato soprattutto per
pali, cerchi da botte, piccoli lavori d' intarsio; è usato anche
come combustibile per produrre carbone e per carboncini da disegno.
Pianta a fioritura molto precoce, viene visitata dalle api che ne raccolgono
il polline.
Le foglie e la corteccia dei rami hanno proprietà antinfiammatorie,
depurative.
LEGGENDE
Le popolazioni Celtiche consideravano le nocciole "contenitori
della sapienza e della saggezza interiore", capaci di procurare
la conoscenza delle arti e delle scienze segrete.
Questo frutto chiamato in Celtico Coll, era considerato il simbolo della
saggezza.
I Druidi (sacerdoti celti) usavano per ispirarsi, tavolozze fatte con
legno di Nocciolo,dove erano incisi gli ogam, le lettere magiche.
Coll rappresentava il nove, numero sacro alle Muse e collegato al nocciolo
perché si diceva che l'albero fruttificasse dopo nove anni.
Un mito irlandese narrava che Fionn, nipote di un capo druido, ebbe
l'ordine da
un druido suo omonimo di cucinargli del salmone pescato nel fiume Boyne,
ma di non assaggiarlo. Nel voltare il pesce nel tegame Fionn si scottò
il pollice. Per alleviare il dolore portò il dito alla bocca
per inumidirlo con la saliva e fu così che ricevette il dono
dell'ispirazione. Quel pesce era infatti uno dei salmoni che viveva
in una fontana prodigiosa e che si era cibato dei frutti caduti dai
nove noccioli dell'Arte poetica le cui fronde lambivano la fontana.
Le nocciole che cadevano nel pozzo, nutrivano i salmoni, e quanti erano
i frutti che essi mangiavano, tante erano le macchie brillanti che apparivano
sul loro corpo.
In Germania si raccontava che, adoperando delle bacchette di nocciolo,
era possibile obbligare le streghe a restituire la fecondità
ad animali e piante ai quali l'avevano tolta con i loro sortilegi. Presso
i Germani, il Nocciolo era la pianta consacrata al dio dei tuoni Thor,
poiché essi credevano che sotto al Nocciolo si fosse protetti
dal fulmine.
I Romani donavano piante di nocciolo come augurio di pace e prosperità,
distribuendo nocciole e noci in occasione delle nozze per augurare fecondità
agli sposi. E credevano anche che un ramo di nocciolo fosse la difesa
più sicura contro le serpi che sarebbero morte, se erano toccate
con una verga di nocciolo.
Il ramo del Nocciolo con attorcigliati due serpenti è il simbolo
della Medicina.
Nel Medio Evo il Nocciolo era utilizzato per invocare il Demonio e stringere
patti con le forze del male. Un ramo di Nocciolo, tagliato da un coltello
mai usato, serviva ai maghi per far parlare i morti o per evocare una
persona scomparsa.
Chi credeva nelle virtù della bacchetta asseriva che aveva anche
proprietà di scoprire miniere, tesori nascosti, ladri e assassini
fuggiaschi. Ancora adesso i rabdomanti lo usano per individuare l'acqua.